“Questa non è la risacca della prima ondata, è una vera e propria seconda ondata. Noi vediamo oggi una fotografia degli effetti di contagi avvenuti due-tre settimane fa. Per questo dobbiamo cercare di immaginare in prospettiva quella che sarà la fotografia di oggi che vedremo fra tre settimane. I numeri delle persone in rianimazione ci dicono una cosa: nel giro di poco più di una settimana siamo passati da 200 a circa 450. Sono di fatto raddoppiati in questo arco di tempo. Il numero è relativamente basso, ma dimostra che non siamo di fronte a una curva lineare, bensì a un’iniziale curva esponenziale, questo è il rischio”. È l’analisi di Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell’Associazione Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica), intervenuto alla trasmissione L’imprenditore e gli altri, condotta dal fondatore dell’UniCusano, Stefano Bandecchi, su Cusano Italia Tv.

Il rischio, sottolinea Vergallo, “è alto soprattutto nelle regioni che non hanno affrontato l’onda pandemica iniziale. Questa è una vera e propria seconda ondata, per questo lanciamo il messaggio di tenere alta l’attenzione”. È un’ondata che “ha un culmine più basso come numeri solo perché si sono poste in atto nel frattempo tutte le misure di contenimento sociale. È chiaro che con la ripresa c’era da attendersi un rialzo, ma questo non significa abbassare la guardia”.

Articolo Precedente

Salgono a 62 i positivi dopo il focolaio al matrimonio a Monte di Procida. Il sindaco prolunga il mini lockdown

next
Articolo Successivo

Coronavirus, i mezzi pubblici tornano un nodo critico: braccio di ferro tra ministeri, aziende ed enti locali su smartworking e lezioni da casa

next