Nonostante la recente sentenza del Tar trentino che ripristinava l’ordinanza di cattura di mamma orsa JJ4, emessa dal presidente Maurizio Fugatti, pare che tale provvedimento, almeno per ora, non possa essere eseguito. Infatti, un’altra sospensione, ben più forte e significativa, arriva dal Consiglio di Stato, dove sarà discussa l’ordinanza il prossimo 19 dicembre, su ricorso presentato dalle associazioni Oipa e Enpa.

Dunque il presidente della provincia autonoma di Trento deve incassare un altro stop alla sua politica persecutoria degli orsi. Peraltro, dopo la sentenza definitiva del Tar, il ministro Sergio Costa esortava lo stesso Fugatti a liberare gli orsi detenuti al Casteller, dove da una recente visita ispettiva del Cites, carabinieri forestali inviati proprio dal ministro dell’ambiente, risultano chiari ed inequivocabili prove di maltrattamenti arrecati agli orsi stessi.

Molte le attività di protesta e ricorso messe in campo dalle associazioni ambientaliste e da privati cittadini per chiedere al presidente trentino di liberare gli orsi. Lo stesso ministro, in un videomessaggio mandato alla delegata Oipa di Trento Ornella Dorigatti – che grazie al suo sciopero della fame aveva indotto il ministro a inviare direttamente l’ispezione – esorta Fugatti a liberare gli orsi, con opportuno radiocollare per tenerli monitorati, anche considerando che gli alpeggi sono chiusi e i monti liberi da turisti in quota.

Pare che Fugatti non voglia sentire ragione, arroccato nella sua posizione di voler catturare gli orsi a tutti i costi. Orsi che sono stimati in circa 60-70 esemplari, considerati il minimo vitale per una sopravvivenza e per evitare l’estinzione, come appare dal rapporto Grandi Carnivori emesso proprio dalla provincia di Trento.

Sarà un paradosso, ma i numeri attuali sono destinati, a lungo termine, a portare ad una estinzione della specie, poiché gli orsi trentini sono confinati in un’area non comunicante con altre zone; con l’invecchiamento delle attuali femmine e le poche che nascono, infatti, senza che gli orsi possano migrare lungo l’arco alpino e spostarsi in altri luoghi, non potranno mai incontrarsi con i propri simili di altre regioni alpine.

Il problema di orso confidente, o come lo definisce Fugatti “problematico”, deriva principalmente dal fatto che la provincia nulla o poco ha investito in prevenzione e gestione del problema. Non vi sono cassonetti delle immondizie anti orso nei luoghi abitati vicini ai boschi, nessun corridoio faunistico per permettere il movimento degli animali.

Un altro problema, che prima o poi Fugatti dovrà affrontare davanti alla Corte dei Conti se non libererà gli orsi al Casteller, è quello di giustificare la differenza di costi tra il gestire tre orsi in prigione (circa 70.000 euro all’anno per tre: 210.000 euro) e le spese di copertura dei danni da orso, che sono di circa 70.000-80.000 euro all’anno in totale. Bella economia per i contribuenti trentini.

E oltre a ciò, se Fugatti persegue la sua intenzione di tenere prigionieri gli orsi, è probabile che arrivi una causa e forse una condanna penale per maltrattamenti di animali. E con un eventuale condanna penale, si decade dall’incarico. Ma ne vale la pena, presidente Fugatti?

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Trentino, torna libera l’orsa JJ4. Il Consiglio di Stato dà ragione agli animalisti e sospende l’ordinanza della cattura e della reclusione

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