Da una parte tutti i disabili e i bambini con disturbi specifici dell’apprendimento, dall’altra nessuno di questi ragazzi. A scegliere questo criterio per suddividere in due gruppi una classe per garantire il distanziamento è stato il consiglio d’istituto del quinto circolo didattico Giovanni Palatucci di Avellino. Non solo. Secondo il segretario generale della Cgil Franco Fiordellisi, la delibera conterrebbe anche la discriminante dei voti. Un documento, quello firmato dalla dirigente scolastica Angela Tucci, che è poi stato annullato dalla stessa preside dopo l’intervento “dell’amministrazione centrale” del ministero dell’Istruzione.

Ma sul quinto circolo didattico è bufera. I primi ad arrabbiarsi sono stati alcuni genitori che hanno segnalato la questione al sindacato. “Nella gestione delle scuole bisogna fare attenzione anche e soprattutto – spiega Fiordellisi – all’uso delle parole, sempre, anche quando sono in una delibera di istituto. E nel caso specifico oltre all’uso improprio di un termine, preoccupano pure le conseguenze di un provvedimento che va verso l’omologazione delle classi e diventa divisivo, non è questo che la società, i ragazzi e i genitori devono riscontrate o avallare”.

La circolare incriminata conteneva i criteri adottati dal consiglio d’istituto per suddividere una classe: “Costituire gruppi omogenei per voto medio riportato nel primo quadrimestre; attribuire il voto medio del primo quadrimestre all’elenco alfabetico della classe da suddividere in due gruppi; si parte dai voti più alti riscontrati nella classe, si seleziona il primo alunno fino a raggiungere il numero di alunni da convogliare nel secondo gruppo; gli alunni diversamente abili e i Dsa certificati rimarranno nel gruppo 1”.

Parole che hanno mandato su tutte le furie la Cgil: “Una scuola pubblica – dice Fiordellisi – ha un valore assoluto che è quello di essere eterogenea e non omogenea, per questo ritengo del tutto sbagliata l’impostazione della dirigente scolastica del V Circolo didattico di Avellino che, per esigenze dettate dalle norme anti-Covid, ha deciso di dividere le classi in due gruppi in base al rendimento omogeneo degli alunni”. A spiegare il tutto ci pensa proprio la preside, Angela Tucci: “Ho ritirato la circolare per evitare altre polemiche ma le mie parole non sono state ben interpretate. La nostra intenzione era un’altra: se ci sono due ragazzi che hanno preso 10, vanno separati, l’uno in un gruppo e l’altro nel secondo. La lettura che si è data ai criteri è andata proprio contro il nostro obiettivo. Inoltre vorrei ricordare che tutto è passato dal collegio docenti e dal consiglio d’istituto”.

Ritirata la circolare, resta il problema di come verrà divisa la classe: “A questo punto sarà l’amministrazione centrale a dirmi quali criteri adottare”, specifica la dirigente. Un problema visto che siamo a meno di due giorni dall’avvio delle lezioni. Intanto lo scontro tra la scuola e la Cgil non si placa: “Io non faccio l’insegnante ma a questo punto – dice il segretario provinciale della Cgil – dovremmo fare l’analisi logica: se ha ragione la preside son pronto a dimettermi; se fosse il contrario se ne dovrebbe andare lei. In ogni caso la decisione del ritiro dei criteri non doveva essere presa dalla sola dirigente ma dal consiglio d’istituto che li aveva approvati”.

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