A tre giorni dalle elezioni regionali in Valle D’Aosta, si è concluso con 5 condanne il processo Geenna per infiltrazioni della ‘Ndrangheta in politica. 55 anni di reclusione complessivi a carico degli imputati: 10 anni per l’ex consigliere regionale Marco Sorbara, altrettanti per l’ex assessora comunale di Saint-Pierre Monica Carcea, 11 anni per Nicola Prettico, consigliere comunale ad Aosta sospeso, altri 11 per Alessandro Giachino, dipendente del Casinò di Saint-Vincent, e 13 anni per il ristoratore Antonio Raso. La sentenza è arrivata dopo oltre sette ore di camera di consiglio e conferma la presenza di una locale della ‘Ndrangheta in Regione, invischiata fino ai piani alti dei palazzi istituzionali. Un primo filone dell’inchiesta si è concluso il 17 luglio scorso, quando sono arrivate le condanne per i 12 imputati che avevano scelto il rito abbreviato. Ora tocca ai nomi più pesanti.

Lo scopo dei membri della locale, scriveva il gip di Torino nell’ordinanza di custodia cautelare che nel gennaio 2019 portò ai primi arresti, “è chiaramente quello di prendere il potere e governare la Valle d’Aosta e, in ultima analisi, di favorire ditte e società legate o vicine all’organizzazione per ottenere lavori pubblici; in altri termini, controllare ampi settori della vita politica ed economica della Valle d’Aosta”. L’ex consigliere Sorbara e Carcea, entrambi condannati, erano accusati di concorso esterno in associazione mafiosa, mentre gli altri tre imputati, tutti detenuti, di associazione mafiosa. Raso era anche imputato per tentato scambio elettorale politico mafioso per i presunti voti promessi alla vigilia delle comunali del 2015 all’allora candidato sindaco di Aosta Fulvio Centoz – che rifiutò – in cambio di posti di lavoro.

Un sistema che secondo i pm è stato messo in pratica anche nei confronti di Sorbara e Carcea: Raso avrebbe garantito il sostegno elettorale della ‘Ndrangheta ad entrambi in cambio di informazioni riservate. La Dda accusa Sorbara di aver tenuto “costantemente informato” il boss delle decisioni della giunta e di aver seguito i suoi suggerimenti. Durante un incontro nel ristorante di Raso, “La Rotonda”, l’ex consigliere ottiene l’appoggio di alcuni personaggi alla corsa elettorale alle comunali del 2015, dopo le quali è stato confermato consigliere e poi assessore alle politiche sociali. Nell’ordinanza del suo arresto, risalente al gennaio 2019, si legge che “si comporta come la longa manus degli esponenti di vertice della locale”. Per quanto riguarda l’ex assessora comunale di Saint-Pierre, i pm l’hanno accusata di aver prorogato l’affidamento diretto del servizio di trasporto scolastico a una ditta vicina alla ‘ndrina. Tra i condannati nel processo Geenna c’è poi l’ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico, che stando alle carte del gip si recò “in Calabria, a San Luca, per partecipare ad una riunione di ‘ndrangheta” con un volo Torino-Lamezia Terme.

Come se non bastasse, dall’inchiesta Geenna è nata anche un’altra indagine della Dda di Torino e dei carabinieri di Aosta, Egomnia, ad oggi non ancora chiusa, su un presunto scambio elettorale politico mafioso in occasione delle elezioni regionali del 2018. Nella seconda metà del 2019 avevano ricevuto un avviso di garanzia l’allora presidente della Regione Antonio Fosson, due assessori regionali dell’epoca, Laurent Viérin (Turismo e Beni culturali), ex presidente della Regione, e Stefano Borrello (Opere pubbliche), e l’allora consigliere regionale Luca Bianchi. Fosson – che secondo gli inquirenti “era condizionato” da un anziano pensionato calabrese vicino alla ‘locale’ di Aosta (“gli dettava la linea politica”) – è stato fotografato mentre entrava nel ristorante di un boss “per parlare di elezioni regionali”. Le loro dimissioni, nel dicembre 2019, avevano aperto una crisi politica che ha portato alle elezioni anticipate.

Una delle 12 liste in corsa – “Puor L’Autonomie” – è guidata da Augusto Rollandin, detto l’Imperatore, sei volte presidente della Regione tra il 1984 e il 2017 e storico leader dell’Union Valdôtaine (lo stesso partito di Sorbara, ora condannato). Protagonista di numerose vicende giudiziarie, Rollandin è stato condannato nel 2019 in primo grado per corruzione nell’ambito di un’altra inchiesta. È questa la ragione che ha spinto la Commissione Antimafia ad inserirlo nella lista degli “impresentabili” alle elezioni. In totale, calcola l’Ansa, 1 elettore ogni 170 in Regione è candidato alle prossime elezioni, basandosi sui 67mila votanti della scorsa tornata.

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