Più di uno studente su dieci – il 12,7% – nei mesi di lockdown è rimasto tagliato fuori dalle lezioni e dalle attività di didattica a distanza. Lo rileva l’Agcom nell’allegato alla Relazione annuale, definendo questi dati “inaccettabili per una democrazia evoluta”. Fuori dalle aule, le differenze tra le famiglie – livelli di istruzione, diseguaglianze economiche, connessione a internet – hanno pesato in modo cruciale sull’apprendimento di bambini e ragazzi. La pandemia, scrive l’Autorità garante, ha esacerbato “in tutta la loro gravità le disuguaglianze sociali preesistenti, rischiano di compromettere il lento processo di digitalizzazione” in atto in Italia.

Una delle ragioni dell’esclusione di molti studenti da compiti e verifiche è la mancanza di infrastrutture digitali. E quindi di una connessione abbastanza robusta e stabile da permettere l’accesso alle videolezioni e alle piattaforme di e-learning. Se i livelli di copertura territoriale potenzialmente consentono all’88,9% delle famiglie italiane di accedere a servizi internet a una velocità di 30 mbps, nei fatti solo il 37,2% di esse possiede effettivamente una simile connessione. È il digital divide, una spaccatura che si allarga ulteriormente tra Nord e Sud: la differenza di copertura tra Regioni supera i 40 punti percentuali. Nel Paese, complessivamente, il 25% degli studenti non dispone di connessioni sufficientemente stabili e veloci per l’e-learning.

C’è poi il problema degli strumenti: secondo il rapporto la dotazione tecnologica delle famiglie (pc, tablet, laptop) “presenta inadeguatezze” che “rappresentano un ostacolo importante e una condizione inaccettabile nel caso dell’accesso a servizi essenziali come l’istruzione”. Il 10% dei ragazzi non aveva nessun mezzo per partecipare alla didattica a distanza e 19 su 100 hanno segnalato che non tutta la classe ha partecipato alle attività. Oltre a restare indietro con il programma, non partecipare alle lezioni significava perdere un momento di aggregazione e di condivisione con i coetanei. Contribuendo ad aumentare la sensazione di esclusione e isolamento.

Il telelavoro e la didattica a distanza hanno anche pesato sulla tenuta delle reti: l’aumentato carico di richieste ha rallentato le prestazioni. Per sostenere una società digitale, conclude l’Agcom “occorre continuare a investire nelle reti di telecomunicazioni utilizzando le diverse tecnologie disponibili e spingendo verso un’innovazione dell’infrastruttura che colmi le attuali differenze territoriali nell’intento di eliminare situazioni di digital divide“.

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