Di solito è la data che segna la fine dell’anno scolastico, quest’anno sarà giornata di proteste: per l’8 giugno i maggiori sindacati della scuola hanno proclamato uno sciopero. Oggi si è svolto un incontro con il ministero dell’Istruzione ma per Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda le risposte sono state “assolutamente insoddisfacenti“. Viale Trastevere invece sostiene di essersi “reso disponibile ad aprire un percorso di lavoro da fare congiuntamente” e avverte: “Ora più che mai serve collaborazione fra le parti“. I sindacati però ritengono le misure contenute nel decreto Scuola “insufficienti”. “Non ci sorprende” replicano in una nota gli esponenti del Movimento 5Stelle (a cui appartiene la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina) della relativa commissione al Senato: “Ma indire uno sciopero davanti a un impegno così importante e soprattutto, in un contesto così delicato e precario determinato dall’emergenza coronavirus, è una scelta incomprensibile e fuori luogo“.

Tante le questioni sul tavolo accumulate in questi mesi: l’uso della didattica a distanza, l’edilizia scolastica, ma sopratutto la stabilizzazione dei docenti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata ieri sera, con l’approvazione in Senato del dl scuola che prevede un concorso scritto – non per titoli – per l’assunzione dei 32 mila precari, ma dopo l’estate. Il che, secondo alcuni rappresentanti dei lavoratori, farà slittare le assunzioni di ruolo al prossimo anno scolastico, 2021. “Su questo punto non si torna indietro, se ne facciano una ragione”, sottolinea la nota pentastellata, che definisce la prova “selettiva e meritocratica“.

Ma i sindacati sono anche preoccupati per la ripresa delle lezioni a settembre: chiedono, tra l’altro, di ridurre il numero di alunni per classe e consentire lezioni a gruppi più piccoli. Secondo le sigle sindacali servirebbero tra i 4 e i 5 miliardi per la scuola – escluse le somme necessarie all’edilizia scolastica – mentre al momento il governo ne ha stanziate 1,5 per il rientro a settembre. Il Ministero da parte sua ha “confermato la volontà della Ministra di portare avanti la richiesta di ulteriori risorse per il settore Istruzione, anche per la stessa ripartenza di settembre. Nonché l’impegno a vigilare per far sì che non ci siano casi di sovraffollamento nelle classi”. E poi c’è lo scoglio più grande: la didattica a distanza. Nel documento messo a punto dal Comitato tecnico scientifico si lascia aperta la possibilità che anche i ragazzi delle scuole medie, oltre a quelli delle superiori, possano effettuare una parte di lezioni online e una in presenza. Ipotesi molto criticata dalle associazioni dei genitori e del mondo della scuola.

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