C’è anche il nome di Matteo Bisceglia, l’ammiraglio ispettore capo che fino al 18 settembre 2019 era al vertice della Direzione degli Armamenti Navali di Roma, tra gli indagati dell’inchiesta sugli appalti pilotati nell’Arsenale di Taranto che lo scorso 20 febbraio ha portato all’arresto di 12 persone. Oltre agli arrestati, infatti, sarebbero almeno un’altra decina gli indagati a piede libero: sale quindi a oltre 20 il numero di persone iscritte nel registro degli indagati e tra queste anche l’alto ufficiale attualmente in pensione. Tra le centinaia di telefonate intercettate dai finanzieri, infatti, ce ne sarebbero alcune nelle quali l’alto ufficiale della Marina militare ora in pensione, segnalava all’imprenditore tarantino Armando De Comite, ritenuto dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone al vertice del “cartello di imprese” che pilotava le gare d’appalto, aziende a lui vicine a cui affidare in subappalto attività per l’approntamento delle unità navali.

In particolare Bisceglia avrebbe segnalato la società “Design & realizations green building sustainable srl” su indicazione di un suo “compaesano” chiedendo a Di Comite di affidare loro le attività per lo smontaggio e il montaggio dei mobili a bordo di Nave Cavour, la portaerei fiore all’occhiello della forza armata. Quel 31 dicembre 2018, l’allora capo del principale ente tecnico-finanziario della Marina, chiama l’imprenditore spiegando che il suo compaesano, intercedendo per questa azienda di Manfredonia, città natale di Bisceglia, ha chiesto “aiuto e misericordia… nel senso di tenerlo in considerazione per i lavori di arredamento”. Bisceglia afferma di non conoscere questa ditta e neppure il titolare, Pasquale De Salvia, ma “sono paesani – spiega Bisceglia – io metto la buona parola… però è ovvio… che il lavoro lo devono fare bene…“ aggiungendo che “insomma penso che sia un atto…. anche un po’ dovuto… verso i paesani…”.

Di Comite, che aveva già preso contatti con questa azienda, però è consapevole che la richiesta è particolarmente alta: poco più di 1 milione di euro. Una richiesta arrivata dall’uomo che ha potere coercitivo sugli appalti della Marina, non si può ignorare. Ne parla con gli altri membri del Consorzio Navalmeccanico Taranto e si scontra con i malumori di diversi imprenditori. Avvia i contatti con la “Design&realizations” per ridurre la richiesta e dopo i primi vani tentativi, Di Comite decide di ricordare alla ditta foggiana che “qualcuno” ha telefonato per sponsorizzarli. Serve a ben poco. Tra le imprese tarantine serpeggia malumore, ma tutto questo all’ammiraglio Bisceglia non viene raccontato. Quando un mese più tardi il capo di Navarm richiama De Comite, quest’ultimo racconta una storia completamente diversa. Spiega che la ditta del “compaesano” ha aiutato il consorzio a fare “un figurone”: non lesina complimenti aggiungendo che è un’impresa “veramente eccezionale” e i lavoratori sono stati “bravissimi sono… ci hanno tolto veramente da una brutta situazione”.

I finanzieri guidati dal tenente colonnello Marco Antonucci, inoltre, raccolgono anche le reazioni dell’alto ufficiale quando la notizia dell’indagine si diffonde e arriva fino ai palazzi romani dove le fiamme gialle sequestrano una serie di documenti. I militari ascoltano De Comite mentre riferisce a un altro imprenditore di aver avuto un colloquio con Bisceglia: l’ammiraglio era preoccupato per le richieste dei finanzieri che si concentrano proprio sul subappalto alla “Design&realizations”: De Comite, però, lo avrebbe rassicurato dicendo che se i finanzieri avessero chiesto informazioni sulla vicenda avrebbe risposto di non aver mai ricevuto segnalazioni per favorire l’impresa. Nella sua ordinanza di custodia cautelare, il gip Benedetto Ruberto, ha spiegato dalle indagini sono emersi ulteriori “collegamenti e complicità” ancora da verificare. Come gli “stretti rapporti tra l’imprenditore De Comite Armando e l’ammiraglio Bisceglia”. Nuovi passi dell’inchiesta, insomma, che punta in alto e oltre a imbarazzare ancora la Marina militare, rischia di creare un vero e proprio terremoto anche a Roma.

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