Più che un’assemblea è sembrata una maratona, con oltre 80 interventi e quattro ore di confronto tra gli attivisti, quella convocata ieri a Genova dal Movimento 5 stelle per decidere il da farsi in vista delle elezioni regionali in Liguria. In altre parole, se correre da soli o insieme al centrosinistra. Tenuti fuori dalla sala durante tutta la durata dell’incontro a porte chiuse, ai giornalisti non è rimasto che chiedere a chi entrava e usciva dall’assemblea quale fosse l’opinione prevalente. L’ultima parola andrà al reggente M5s Vito Crimi, chiamato a ratificare la volontà espressa dalla “maggioranza schiacciante” degli interventi, che hanno richiesto il voto su Rousseau per determinare se allearsi su basi programmatiche con il centrosinistra, e tentare di contendere a Toti il Governo della Regione, o proseguire in solitaria per garantirsi altri cinque anni sui banchi dell’opposizione. Alla posizione chiara della maggior parte dei portavoce a tutti i livelli, dal parlamento al consiglio comunale, sembra comunque unirsi quella di gran parte degli attivisti liguri, decisi a giocare per la partita per vincere, anche mediando con altre forze politiche, e dimostrare quello che si è in grado di realizzare nei fatti dopo anni di opposizione. Resiste, sulla linea indipendentista, l’attuale candidata Alice Salvatore, che ha già corso per lo stesso incarico nel 2015 e oggi è capo gruppo in Regione: “Come da regolamento, in caso di voto su Rousseau e scelta della maggioranza di procedere in coalizione, diventerei capolista e sosterrei il programma che definiremo assieme a chi starà con noi”

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