Cinque ore e mezza di riunione ma alla fine il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto Milleproroghe. Un’approvazione arrivata soltanto con la formula “salvo intese” visto che è stata animata anche da scontri all’interno dell’esecutivo. Il motivo? Italia viva fa muro sulle concessioni auostradali. I renziani hanno fatto mettere a verbale di non aver votato le norme inserite nella bozza di decreto sulle concessioni, oltre a quelle sull’innovazione digitale. Il Cdm ha invece dato il via libera al decreto legge sulle intercettazioni.

Le norme sulle concessioni. Congelati aumenti pedaggi – Sulle concessioni l’articolo contestato dai renziani è il numero 33 del decreto, che recita: “Se il concessionario è inadempiente e questo provoca lo stop della concessione, al concessionario spetterà un ‘rimborsò pari al “valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti”, ma a questo ammontare deve essere “detratto quanto il concessionario è tenuto a pagare per il risarcimento dei danni derivati dal suo inadempimento“. Un passaggio che sembra ipotizzare in caso di revoca della concessione, che la società Autostrade debba pagare in sostanza i danni provocati dal crollo del Ponte Morandi, al netto delle penali che comunque lo Stato dovrebbe pagare. Tra l’altro, la norma prevede che quanto previsto dal milleproroghe sia “inserito di diritto nei contratti e nelle concessioni autostradali, anche in quelli già in corso di esecuzione”. La norma prevede anche che “in caso di revoca, di decadenza o di risoluzione di concessioni di strade o di autostrade”, in attesa della gara per il nuovo affidamento, l’Anas possa assumerne la gestione. Un altro articolo contenuto nel Milleproroghe congela l’aumento delle tariffe autostradali, prevedendo uno slittamento massimo per la loro ridefinizione al 31 luglio 2020.

I renziani fanno muro – I renziani non solo non hanno votato le leggi che puniscono i concessionari inadempienti, ma hanno aperto una guerra di comunicati sulle norme. “Sul tema concessioni, è giusto ridiscutere il sistema ma con serietà. Se le anticipazioni che stanno uscendo fossero confermate, non sarebbe centrato l’obiettivo di una riforma seria. D’altronde il Milleproroghe non può essere la sede corretta”, scrive in una nota Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva in Commissione Trasporti alla Camera. “La revoca indiscriminata delle concessioni stradali, inserita a mò di blitz nel Milleproroghe, avrebbe avuto come effetto un’ondata generale e incredibile di sfiducia verso l’Italia che diventava non più appetibile per gli investitori internazionali, visto che si sarebbe andato a cambiare lo status quo. Si tratta di un principio di civiltà giuridica: non si cambiano le regole in corso d’opera. L’effetto di questa norma, cui le ministre di Italia Viva hanno messo a verbale tutta la nostra contrarietà durante il Cdm, sarebbe stato ancora peggiore dell’emendamento sullo scudo penale per Ilva, per quanto riguarda gli investitori”, dice il capogruppo dei renziani al Senato Davide Faraone. Esultano, invece, i grillini soprattutto per aver bloccato i pedaggi: “Sarà scongiurato – scrive il M5s in una nota – l’aumento dei pedaggi sulla maggior parte delle autostrade”.

Cinque ore di riunione a Chigi – Il Cdm è iniziato intorno alle 10.30 e i provvedimenti approvati anche la proroga al 31 dicembre 2021 della transizione verso il mercato libero dell’energia. Via libera all’estensione al 31 dicembre 2021 dei termini per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione e anche all’estensione al 31 dicembre 2021 dei termini per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione. Salta di nuovo la norma “per assicurare la continuità” delle funzioni dell’Autorità nazionale anticorruzione. La nuova bozza non contiene più il passaggio che attribuiva al componente del consiglio con maggiore anzianità l’esercizio delle funzioni di presidente, ruolo ricoperto da Raffaele Cantone fino al 23 ottobre 2019. Il tema era affrontato anche in un emendamento alla manovra poi non ammesso. Una norma prevede anche che l’’Inpgi, Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti, trasmetta al governo, entro il termine “perentorio” del 30 giugno, un bilancio tecnico attuariale. Fino a quella data è sospesa l’eventuale nomina di un commissario.

La questione Sport e Salute – Nessuna modifica anche alla governance di Sport e Salute Spa, la società che ha sostituito da quest’anno Coni Servizi. Nella bozza non c’è traccia dell’articolo che introduceva nuove ‘distribuzioni’ delle funzioni, cambiamenti nella composizione del cda e nelle modalità di nomina. Proprio venerdì sono arrivate le dimissioni del presidente e ad della società che ha preso il posto di Coni Servizi, Rocco Sabelli, causate proprio dall’inserimento di questa modifica nella bozza del Milleproroghe: “Le significative modifiche alla governance di Sport e Salute proposte con l’art. 29 dello schema di decreto legge recante ‘Disposizioni organizzative urgenti e proroghe di termini previsti da disposizioni legislative in scadenza’ – si legge nella lettera in cui Sabelli annuncia le sue dimissioni e inviata al ministro delle Politiche giovanili e dello sport, Vincenzo Spadafora – prefigurano il venire meno di uno dei presupposti fondamentali che mi avevano indotto a offrire al Governo la mia disponibilità a guidare la Società”. Le modifiche alla governance proposte, aveva poi puntualizzato, crede “siano scaturite anche da una sintonia con l’attuale Ministro Spadafora mai nata e, credo, difficilmente possibile in futuro per evidenti e sperimentate diversità di cultura, linguaggio e metodi”.

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