Alla vigilia del voto alla Camera per decidere se mettere il presidente degli Stati Uniti Donald Trump in stato d’accusa, previsto mercoledì 18 dicembre, i sostenitori dell’impeachment sono scesi nelle piazze delle principali città statunitensi. “Trump è un criminale”, si legge in uno dei cartelli esposti durante le proteste. O ancora: “Make America great again. Impeach Trump“. Da Los Angeles a San Francisco, da Denver fino alla Casa Bianca, sono state cantate canzoni contro il presidente Usa.

Spetta alla Camera, controllata dai Democratici, decidere se mettere il presidente in stato d’accusa. Se ci saranno i voti, al Senato inizierà il processo vero e proprio. Il tycoon è accusato non solo di abuso di potere e ostruzione ai lavori del Congresso in un complesso caso che riguarda l’Ucraina, ma anche di corruzione. Secondo i Democratici la richiesta del magnate americano al presidente ucraino Volodymyr Zelensky di indagare i Biden, bloccando nel mentre gli aiuti militari Usa a Kiev, corrisponde alla definizione sia costituzionale che penale della corruzione. La parola, però, non viene mai usata in maniera esplicita nei due articoli elaborati dalla commissione giustizia della Camera.

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