È iniziata la caccia alle prove dei presunti finanziamenti illeciti alla fondazione Open nelle memorie dei computer sequestrati dalla Guardia di finanza con le perquisizioni del 26 novembre. Dal 12 dicembre sono iniziate le operazioni di estrapolazione della documentazione da cellulari, pc, hard disk, e il metodo concordato dalla procura di Firenze con il proprio consulente informatico è di scandagliare i supporti attraverso l’inserimento di parole chiave, come si fa abitualmente nei motori di ricerca, indicate dagli inquirenti fiorentini, per individuare ed estrapolare solo i documenti ritenuti pertinenti alle indagini, lasciando da parte gli altri. Questo modo di procedere con gli accertamenti è stato chiesto anche da avvocati di alcuni perquisiti.

Le parole-chiave scelte sono state rese note dai pm ai legali in sede di udienza del Riesame in modo da permettere a chi ha fatto ricorso se portarlo avanti oppure no. Tra le parole ci sono Lotti e Boschi. Ma anche termini generici come legge, decreto, denaro, norma, emendamento, contributo. Luca Lotti e Maria Elena Boschi, entrambi componenti dell’allora cda di fondazione Open, non risultano indagati nell’inchiesta ma i loro nomi verranno usati lo stesso. A differenza di un altro consigliere, l’imprenditore Marco Carrai, la cui difesa ieri ha depositato tre pareri pro veritate per controbattere all’ipotesi della procura che la cassaforte renziana sia stata una sorta di “articolazione di partito”. Le chiavi non saranno le stesse per tutti i pc perquisiti. I supporti informatici vengono scandagliati con un gruppo di parole scelte ad hoc in base alla sua posizione, di indagato, di finanziatore, di persona informata sui fatti. Tra i termini che verranno usati figurano moltissimi nomi di società che compaiono nelle informative redatte dalle Fiamme gialle e nomi degli stessi finanziatori di Open. Le parole verranno pure incrociate per aumentare la capacità di avere target utili a ‘scovare’ documenti che servano alle indagini.

Tra i perquisiti dalla finanza anche l’ex presidente di Open Alberto Bianchi, indagato per traffico di influenze e di finanziamento illecito ai partiti. I suoi legali e quelli di Carrai hanno nominato consulenti di parte per l’analisi di cellulari e pc. Lo stesso hanno fatto, attraverso i loro legali, molti dei finanziatori perquisiti, anche se non sono indagati nell’inchiesta. Una volta eseguita la consulenza il materiale informatico sarà restituito ai proprietari.

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