Perché Lucidi e Paragone hanno votato contro la risoluzione di maggioranza sul Mes? Non sto nella loro testa. Mi meraviglierei moltissimo se Lucidi uscisse dal M5s perché non meno di qualche mese fa si era proposto come capogruppo. Magari è stato disattento perché è da giugno che abbiamo fatto la risoluzione sul Mes”. Sono le parole pronunciate ai microfoni de “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, dal senatore M5s, Marco Pellegrini, poco prima dell’ufficializzazione del passaggio del suo collega Ugo Grassi dal Movimento alla Lega di Salvini.

E spiega: “Siamo dispiaciuti che ieri siano state espresse queste quattro posizioni di dissenso sul Mes all’interno del M5s. Ma siamo soprattutto dispiaciuti per il modo con cui quelle posizioni sono state espresse. Non so se usciranno dal M5s. Mi auguro di no, perché in un gruppo così vasto come il nostro ci sta che in alcuni momenti non si sia tutti d’accordo. E’ la cosa più normale in democrazia. Non vedo la necessità di uscire quando si dissente su una questione, benché importante. Non voglio fare dietrologie su quello che si legge nei giornali. Mi dispiacerebbe molto se Lucidi e gli altri andassero nella Lega, perché sarebbe tradire il voto degli elettori, che sicuramente non hanno votato loro, ma il M5s. Poi, se vorranno farlo, mi dispiacerà moltissimo. Noi gli auguriamo buona vita e buona attività politica”.

Poi puntualizza: “Il Mes a noi del M5s non piaceva allora e continua a non piacere ancora adesso. Però, essendo un accordo intergovernativo ratificato nel 2012, per poterlo cambiare c’è bisogno di una posizione concorde all’interno del governo italiano. E così non è, perché solo il M5s ha una posizione critica sul Mes. Siccome dobbiamo prendere atto della situazione, quello che possiamo fare in questo momento è cercare di migliorarlo. Il principio che ha fatto nascere il Mes è apprezzabile, perché dovrebbe essere un fondo salva Stati finalizzato ad aiutare i Paesi in difficoltà, ma purtroppo è figlio di una concezione quasi punitiva che c’era nel 2011-2012, con i Paesi dell’Europa del Nord che avevano un atteggiamento da maestrini rispetto ai Paesi del Sud. L’esempio della Grecia è illuminante, perché quando si è trovata in difficoltà, anche se ancora non c’era il Mes, le sono state imposte varie riforme che hanno ammazzato una parte della popolazione. Se quello deve essere il risultato di un intervento di salvataggio, Dio ce ne scampi“.

Pellegrini prosegue: “Noi vogliamo evitare che ci siano interventi così pesanti, che portino, ad esempio, alla ristrutturazione del debito. Per come è strutturata la bozza di riforma del Mes, c’è il pericolo che ci sia una ristrutturazione del debito, che comunque non è automatica. Il nostro debito è assolutamente sostenibile, quindi non ci troviamo nelle condizioni della Grecia. Facciamo però innanzitutto un discorso di principio, ma anche pratico. Essendo i terzi contributori del Mes, è ovvio che siamo molto attenti. Il Mes si può correggere? Certo che sì, finchè non è sottoscritto e non è ratificato. Gli incontri più caldi, che riguardano l’Eurogruppo e il Consiglio Ue si stanno tenendo proprio in questo periodo, questo vuol dire che si può cambiare. Se invece vogliamo farci fare il dettato da Germania e Francia allora è un altro discorso. Noi vogliamo invertire questa tendenza”.

Duro attacco del parlamentare pentastellato alla leader di Fratelli d’Italia: “Ricordo che il Mes è un trattato intergovernativo, nato nel 2011 e ratificato dal Parlamento l’anno dopo. Una parte consistente di chi ora lo critica, come Giorgia Meloni, lo ha approvato quando governava il Pdl. E’ veramente singolare che oggi la Meloni strepiti e urli all’attentato alle ragioni dell’Italia, quando proprio lei ha votato a favore del Mes, del pareggio di bilancio, del fiscal compact, del trattato di Dublino. Veramente l’ipocrisia regna sovrana. E credo che questa ipocrisia sia davvero insopportabile. Chi è stato autore di questi trattati, che noi giudichiamo deleteri per le ragioni dell’Italia, ora sui social e in tv fa la parte del duro e puro di facciata. All’epoca gli unici due del Pdl contrari al Mes furono Guido Crosetto e Lino Miserotti. Rispetto, quindi, la posizione di Crosetto, che in quell’occasione ebbe il coraggio di votare in modo contrario al Pdl”.

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