“In un laboratorio per la lavorazione del pellame e il confezionamento di scarpe a borse per Fendi e Yves Saint Laurent, ubicato a Melito, arrivano i carabinieri del Nas e l’ispettorato del lavoro di Napoli per un banale controllo. E allora per sfuggire alla verifica il titolare non trova di meglio che nascondere, segregandoli per sei ore in una sorta di bunker, ben 43 operai che lavoravano in nero, tra i quali una donna in avanzato stato di gravidanza e due apprendisti minorenni, uno di 16 e l’altro di 17 anni”. Come urliamo soltanto noi da ormai oltre un decennio, questa è Terra dei Fuochi in Campania.

Questi lavoratori in nero della più grande fabbrica al mondo di scarpe, borse e vestiti “che non esiste” lavora ogni giorno in Campania e produce una significativa quota di mercato di manufatti di altissima qualità per conto di griffe legali, che per questo non vogliono alcuna legge sulla tracciabilità dei prodotti a tutela del proprio stesso marchio. Una legge tale non s’ha da fare. Nessuno la chiede perché nessuno la vuole! Come ci disse anni fa Confindustria Campania, ditte come la Moreno di Melito non erano certo loro iscritti e quindi purtroppo non potevano certo fare azioni per convincerli a lavorare “legalmente”!

Queste anime di lavoratori in nero producono in Campania circa 1.8 kg/procapite/die di rifiuto da smaltire illegalmente rispetto ai miseri 1.2 kg di rifiuto urbano e ai circa 3.6 kg di rifiuto industriale “legale”, per un totale che incombe su ogni cittadino campano di ben oltre 6.6 kg di rifiuto da smaltire ogni giorno. Gli scarti dei pellami vanno ad alimentare i roghi tossici, mentre i coloranti e i solventi come il tricloro e il tetracloroetilene vanno ad avvelenare tutti i nostri pozzi e le nostre fogne, causando l’eccesso anche di cancro della vescica riscontrato dai registri tumori in queste zone: una vera e propria “malattia professionale” più che ambientale.

L’eccezionale guadagno di pochissimi quanto inimmaginabili “colletti bianchi” e “imprenditori” criminali determina un eccezionale danno alla salute di un intero popolo di circa tre milioni di persone! Siamo la popolazione più giovane di Italia, che per questo riceve meno soldi per il Ssn e che anche per questo “lavoro in nero” ha bisogno di maggiori risorse in sanità per curare malattie gravissime causate, di fatto, da tali industrie manifatturiere criminali!

“Soltanto l’Industria Etica può spegnere le Terre dei Fuochi in tutta Italia!”. Questo è il titolo della relazione principale del nostro prossimo convegno nella chiesa simbolo di padre Maurizio Patriciello in Caivano, che abbiamo affidato al Direttore del Consorzio Polieco, la dottoressa Claudia Salvestrini, in occasione della festa per l’anniversario dell’istituzione di Isde – Medici per l’ambiente internazionale.

In Campania vi è necessità urgentissima di una legge per la tutela con tracciabilità certificata del “made in Italy” di scarpe, borse e vestiti, ma nessuno la vuole e adesso tutti possiamo comprendere il perché. In Lombardia, specie nei distretti cosiddetti del “riciclo” come la provincia di Brescia, si è arrivati all’apocalittica cifra di oltre 12.5 kg di rifiuto da riciclare o smaltire pro capite ogni giorno (1.3 urbano, 9.8 industriale legale e circa 2.5 industriale in nero da smaltire illegalmente).

La perdurante assenza di tracciabilità certa e certificata dei rifiuti trasportati assicura solo la certa presenza in questi distretti di eccezionali quantità di materiale non conforme, ma con codici Cer a norma di legge. Questi “distretti del riciclo” troppo grandi e rimpinzati con materiale “non conforme” stanno diventando le Terre dei Fuochi italiane che registrano il maggiore danno sanitario tra i cittadini residenti in questi distretti industriali, specie al nord (Progetto Sentieri Iss). I cinesi hanno bloccato le nostre esportazioni in assenza di certificata qualità del materiale da riciclare. L’Italia no!

Per spegnere veramente le Terre dei Fuochi in Italia non dobbiamo chiedere solo controlli e repressione. Per la Terra dei Fuochi campana serve una legge sulla tracciabilità dei manufatti (scarpe, borse e vestiti) a tutela del marchio. Gli arresti di Melito spero illuminino tutti a comprenderne il perché. Per la Terra dei Fuochi lombarda, oggi a mio parere la più grande e la più dannosa per la salute pubblica, servono urgentissimi strumenti per una tracciabilità certificata dei rifiuti industriali da riciclare o da smaltire negli impianti “legali”, arrivati oggi a quantità assolutamente disumane in alcuni distretti. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto di gemellarci con i Comitati Lombardi, specie bresciani, per affrontare insieme le nostre comuni battaglie a tutela della vita nelle nostre Terre dei Fuochi.

Siamo veramente “fratelli d’Italia”. La munnezza tossica ormai nel sangue degli italiani del nord e del sud ci ha reso fratelli molto più del sangue versato dai nostri eroi del Risorgimento.

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