Non sono passate inosservate nel Movimento 5 stelle le frasi del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora sulla gestione di Roma. Il fedelissimo di Luigi Di Maio, intervistato il 22 ottobre a Omnibus, ha infatti dichiarato: “L’amministrazione di Roma è un problema. Siamo tutti corresponsabili, non solo la Raggi. Potevamo aspettarci molto di più”. E’ una delle prime volte che un esponente del Movimento critica apertamente la gestione della Capitale e in tanti tra i grillini, soprattutto tra i più critici con la linea Di Maio, oggi si sono esposti chiedendo al capo politico di prendere le distanze dalle dichiarazioni del ministro. “Non parla per mio conto”, ha scritto l’ex ministra Barbara Lezzi su Facebook. “La Raggi è un problema solo per chi frequenta i salotti romani”, si legge invece sulla pagina di Gianluigi Paragone. L’eurodeputato Ignazio Corrao ha aggiunto: “E’ un problema più grande quando a parlare a nome del M5s sono persone come Spadafora”. Di fronte alle critiche, il ministro ha replicato all’agenzia Ansa smentendo di averla voluta attaccare: “Le mie parole di ieri su Roma e i suoi problemi erano molto chiare e non erano un attacco a Virginia Raggi. Pochi possono dire di averla sostenuta quanto me anche quando era più difficile di oggi e tutti tacevano”.

Proprio il deputato siciliano eletto a Bruxelles, negli ultimi tempi molto critico con le scelte di Di Maio e la gestione del Movimento, ha attaccato Spadafora, dicendo che “è passato dalla segreteria di Di Maio alle più alte posizioni di governo in un battibaleno, saltando tanti anni di battaglie, sacrifici, sogni, pesci in faccia e soprattutto metterci la faccia in situazioni complicate e senza alcun tornaconto personale”. Quindi ha difeso la sindaca di Roma che, “mette la faccia” “per affrontare il sistema di mafie, corruzione e massonerie che da sempre fanno scorribande indisturbate per la Capitale”. L’accusa di Corrao è che Spadafora non abbia mai lavorato sul territorio e sia stato invece nominato dall’alto, una recriminazione che tra i 5 stelle è stata fatta più volte al mionistro: “Il buon Spadafora poteva provare a fare delle battaglie a Napoli, lottare dal basso e farsi conoscere ed apprezzare, magari farsi anche votare e diventare consigliere comunale e poi se così bravo chissà, magari anche sindaco, e da lì affrontare il malaffare. Invece no, strada semplice, nominato assistente di Di Maio, nominato in parlamento, nominato sottosegretario e nominato ministro. Ed il problema sarebbe chi è stato votato dal popolo e ci ha sempre messo la faccia?”. E ha concluso: “Io, che posso parlare a pieno titolo a nome di un Movimento per cui mi batto da 10 anni (e per cui sono stato eletto due volte con selezione interna per finire in lista e poi decine di migliaia di voti di preferenza popolari per essere eletto), esprimo massima vicinanza a Virginia Raggi“.

Una linea condivisa anche dall’ex ministra Barbara Lezzi, i cui rapporti con Di Maio si sono raffreddati improvvisamente dopo che è stata costretta a lasciare il posto al dicastero per il Sud: “Il ministro Spadafora non parla per mio conto, anche se ha la presunzione di esprimere le opinioni del M5s. Faccio parte a pieno titolo del M5s e l’amministrazione di Roma non rappresenta, per me, alcun problema. La nostra sindaca, vi ricordo sotto scorta, ha ereditato lo scempio che tutti gli altri partiti hanno commesso nel corso di decenni. Glielo dobbiamo ricordare al ministro Spadafora? La sua delusione è un gancio al Pd, a Salvini o a chi?”. Quindi Lezzi si è rivolta a Di Maio: “Il capo politico dovrebbe mettere fine allo sproloquio di questo ministro che si allontana troppo da quanto gli compete. Oppure è diventato Spadafora il capo politico e noi non siamo stati informati?”.

Tra chi ha preso le distanze dalle parole di Spadafora anche il senatore Gianluigi Paragone: “Vincenzino Spadafora – già collaboratore di Rutelli e Mastella – dice che la Raggi è un problema. Amo andare controcorrente e vi dico che la Raggi è un problema politico solo per chi frequenta i salotti romani e non osa sfidare i poteri che incrostano la Capitale. La Raggi è stata lasciata sola dal governo e soprattutto è stata tradita dall’alleato Zingaretti, attuale presidente (fantasma) della Regione con cui Spadafora fa le cene”.

Anche il capogruppo M5s in Campidoglio Giuliano Pacetti è intervenuto: “Gli attacchi interni gratuiti”, si legge in una nota, “quelli di chi parla senza sapere cosa vuol dire amministrare Roma, si qualificano per quello che sono: dichiarazioni superficiali che raggiungono un livello ancora più basso delle semplificazioni e delle mistificazioni che sono proprie di Salvini o il ‘deraggizzare’ Roma urlato dai rappresentanti del Pd”.

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