L’ora cerchiata in rosso è quella di pranzo. Alle 13.30 di sabato il corteo contro la Torino-Lione partirà dal campeggio allestito per il festival Alta Felicità verso il cantiere di Chiomonte, l’unico aperto, e militarizzato da giorni da un’ordinanza del prefetto di Torino che ha istituito una zona rossa tra Giaglione e l’area dei lavori. Il Movimento No Tav continua a usare la parola “pacifica”, la questura di Torino risponde con “garanzia”, quella della libertà di manifestare, e “fermezza” nei confronti di “eventuali tentativi di disturbo” a pochi giorni dal via libera del governo Conte alla tratta ad Alta Velocità che ha riacceso la protesta della Val di Susa.

Perché attorno alle decine di migliaia di partecipanti pacifici, i timori e le analisi delle forze dell’ordine sono rivolte ai centri sociali torinesi e bolognesi con militanti di Askatasuna e della galassia di Xm24 e collettivi universitari, oltre che a possibili arrivi d’Oltralpe, non solo quelli ufficiali dei Gilet gialli di Rungis, nel Parigino, e degli attivisti di Action Antifasciste Paris Banlieu che saliranno sul palco del festival alle 11. In Piemonte, a protezione del cantiere, verranno schierati 500 poliziotti.

A segnare il livello di allerta ci sono le parole del questore di Torino Giuseppe De Matteis: “Il terreno su cui ci troveremo ad operare è molto difficile perché si tratta di sentieri sterrati in alta montagna. Mancano spazi per gestire secondo gli standard ordinari manifestazioni molto imponenti – sottolinea – comunque tutti i servizi sono già pronti ed eventuali reati che dovranno verificarsi nel corso della manifestazione saranno puniti con il necessario rigore”. Il rischio, aggiunge De Matteis, è che “elementi estranei si possano infiltrare nel corteo per creare disordini o scontri con le forze dell’ordine”. Quindi l’annuncio: “Contrasteremo con molta fermezza eventuali tentativi di disturbo e proteggeremo i manifestati per consentire l’esercizio pieno del loro diritto di esprimere il dissenso”.

La manifestazione sarà “pacifica e determinata che vuol dire che il nostro obiettivo è di arrivare al cantiere e cercheremo di farlo. Se bloccheranno la strada due chilometri prima cercheremo di forzare il blocco”, dice Guido Fissore, attivista storico del Movimento No Tav. “Dato che il cantiere non è indifeso ma protetto da due file di jersey e presidiato dalle forze dell’ordine non capisco perché il ministro Salvini ci debba fermare due chilometri prima”, aggiunge. 

Lo scorso anno per il festival Alta Felicità, mix di concerti ed eventi culturali, arrivarono 70mila persone. Quest’anno, l’ipotesi è che sabato, nella giornata clou, possano essere centomila. Alla vigilia, nella spianata della Val Cenischia, a pochi passi da Venaus, aumentano le tende degli appassionati di musica e manifestanti No Tav che già da giovedì hanno iniziato le passeggiate informative verso il cantiere. Uno scenario tranquillo, dopo le manifestazioni studentesche della scorsa settimana con i radi notturni a Chiomonte e il lancio di razzi di segnalazione e fumogeni verso le forze dell’ordine che presidiavano le cancellate. Azioni dimostrative che hanno portato a 85 denunce.

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