La visita di Salvini negli Usa? Ricordo qualcosa anche della Prima Repubblica, ma visite così sdraiate sulle esigenze americane come questa non ne ho mai viste. Prima l’Italia? Roba da matti“. Così il deputato di Liberi e Uguali, Pier Luigi Bersani, risponde al giornalista di Radio Radicale, Lanfranco Palazzolo, a proposito del viaggio del ministro dell’Interno a Washington e del suo incontro con il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence.

E aggiunge: “Salvini sta dando ragione all’America su tutto, perfino sugli F35. Vorrei far notare che in questo momento i francesi stanno abbandonando i caccia Rafale, si stanno mettendo d’accordo coi tedeschi e adesso anche con gli spagnoli per i caccia di sesta generazione, un progetto europeo. Noi siamo fuori, per la prima volta, da un grande progetto europeo e ci apprestiamo a comprare probabilmente tutti gli F35 finché gli americani ne avranno uno. E’ una linea questa qui? – continua – Per tacere del resto. Siamo nello scacchiere mediterraneo e trovo molto, molto disdicevole e anche un po’ pericoloso abbandonare la tradizionale politica estera italiana di equi-vicinanza tra Israele e mondo arabo- palestinese, quella politica di dialogo, in una chiave europea, con fenomeni, come la nascente esigenza dell’Iran di essere un protagonista dell’equilibrio regionale. Questa non è una caratteristica solo di questo governo questa, ma anche di quello prima“.

Circa la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia e la lettera del governo italiano da mandare a Bruxelles, l’ex segretario dem osserva: “Le anticipazioni che si leggono sono del tipo ‘no alla finanza, sì alla crescita’. Sono, cioè, un po’ come dire: ‘Buongiorno’, ‘Buonasera’ o ‘Viva la mamma’. Se fosse così il tenore della lettera da mandare a Bruxelles, ci risponderebbero: ‘Ma voi siete quelli che l’anno scorso hanno avuto più margini di spesa in deficit e siete quelli che avete meno crescita: come mai?’. Mi pare una domanda anche piuttosto imbarazzante. Spero che nella lettera ci sarà qualcosa di più consistente”.

E sottolinea: “Ricordiamoci che la Ue non ci dice solo i numerini, ma ci dà anche qualche buon consiglio: far emergere il nero, la lotta all’evasione fiscale, mettere i risparmi sugli investimenti o a riduzione del debito. Cose che meritano una discussione attenta, perché non sono affermazioni fuori dal seminato. Stavolta, senza un discorso serio diventa difficile uscirne, anche se la Ue certamente percepirà che una procedura sul debito è un inedito. Ma contare sul fatto che gli inediti non succedano mai, come mi pare sia nella psicologia di Salvini e company, mi sembra un azzardo molto alto“.

Battuta finale sul salario minimo: “Farei tutta un’altra operazione, perché il mondo del lavoro si sta frantumando e disarticolando. Bisogna fare una legge di derivazione costituzionale sulla rappresentatività dei sindacati e poi cominciare ad agire con contrattazioni ‘erga omnes’. Attenzione: il salario è importantissimo. Ma non c’è solo il salario orario: ci sono i turni, le ferie, i diritti basici di privacy nei sistemi moderni. Bisogna andare a una ricomposizione su basi molto più profonde e più solide di questa discussione che, secondo me, è largamente al di sotto del problema esistente”.

E conclude: “Serve una manutenzione del reddito di cittadinanza: qualche difettuccio iniziale, su cui già avevamo avvertito, si sta palesando. Bisogna cogliere l’occasione di questa discussione sul salario minimo. Non mi metto di traverso, ma dico: discutiamone e, come si dice dalle mie parti, invece di far trenta facciamo trentuno”.

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