Chi annuncia lo stato di “emergenza climatica” e chi non crede ancora al cambiamento climatico. Chi punta tutto sulle rinnovabili e chi ha dichiarato guerra alla plastica monouso: nel mondo ogni Paese deve fare i conti con inquinamento, riscaldamento globale e conseguenze dei cambiamenti climatici. Per tenere alta l’attenzione, è stata istituita dalle Nazioni Unite la Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si celebra oggi. Gli obiettivi dell’Unione Europea sono elencati nel quadro per il clima e l’energia 2030, che prevede una riduzione di almeno il 40% delle emissioni di gas serra entro 11 anni. Che poi i singoli Stati ci riescano, è tutto da vedere.

Gli sforzi concreti degli Stati nel contrastare il riscaldamento globale vengono valutati dal Climate Change Performance Index una classifica annuale che monitora le politiche ambientali di 57 paesi Paesi in base agli Accordi di Parigi, presentata al summit globale sul cambiamento climatico in Polonia (COP24). Quest’anno non sono stati assegnati i primi tre posti in graduatoria: non c’è quindi uno Stato al mondo, secondo questo report, che adotti pienamente le strategie per combattere in modo efficace il riscaldamento globale. L’Italia è al 23esimo posto, mentre gli Stati Uniti precipitano alla 59esima posizione (su 60 in considerazione che i primi tre posti non sono stati assegnati, ndr)per le politiche di deregulation ambientale volute da Trump. Ecco cosa stanno facendo i singoli Stati per ridurre emissioni ed inquinamento, tra lotta alla plastica monouso, negazionisti e manifestazioni di piazza.

Giornata Mondiale dell’Ambiente, ecco l’impietosa classifica dell’Onu senza i primi tre posti

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