Per chi commette un reato nel sud Italia, la prospettiva del carcere è più probabile che non nel nord Italia. Secondo il rapporto dell’associazione Antigone, infatti, se è vero che negli anni sono aumentate le misure alternative, come ad esempio la detenzione domiciliare, diventate oggi poco più di 10mila, questo è successo solo al Nord. Se in Friuli-Venezia Giulia le misure alternative sono quasi il doppio dei detenuti, ed in generale in molte regioni del nord le misure superano di molto le esecuzioni di pena in carcere, al centro-sud il dato è di segno opposto e in regioni come Campania, Sicilia, Calabria o Lazio le persone in esecuzione penale esterna sono circa la metà dei detenuti. Il motivo, come si legge nel documento, è spiegabile in parte con la “questione meridionale mai risolta” che si traduce in meno risorse occupazionali e meno welfare in quei territori. Questo limita le opportunità di reinserimento, e quindi anche la volontà dei giudici di scegliere le misure alternative.

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