È scontro aperto tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini nel day after dell’inchiesta che vede coinvolto il sottosegretario leghista Armando Siri, accusato di corruzione. Il leader del M5s accusa la Lega di minacciare la crisi e si dice “sbalordito” dalla reazione dell’alleato di governo, accusando di “superficialità”: “Trovo grave che si prenda sempre la palla al balzo per minacciare di buttare via tutto. Ma dov’è il senso di responsabilità verso i cittadini?”.

Salvini: “Non parli di porti aperti e controlli reddito” – Un post durissimo su Facebook – nel quale bolla come “sceneggiata mediatica” le accuse a Virginia Raggi e riporta le indiscrezioni su contatti tra il Carroccio e Silvio Berlusconi per un esecutivo di emergenza – al quale Salvini risponde con una gelida nota: “Macché crisi di governo! La Lega vuole solo governare bene e a lungo nell’interesse degli italiani, la crisi di governo è solo nella testa di Di Maio”, scrive il leader leghista. Poi la bordata all’altro vicepremier: “Farebbe bene a non parlare di porti aperti per gli immigrati e a controllare che il reddito di cittadinanza non finisca a furbetti, delinquenti ed ex terroristi”. Un riferimento, quest’ultimo, alla notizia che tra i beneficiari c’è anche l’ex brigatista Raimondo Etro.

La controreplica: “Dovevi rimpatriare 600 irregolari” – In una sorta di “escalation militare”, come la definisce il viceministro leghista Edoardo Rixi, è arrivata la controreplica pentastellata al vicepremier del Carroccio: “”Il reddito di cittadinanza ha fatto segnare un segno più all’ultimo Def. Questo giusto per ricordarlo a Salvini, che spesso si riempie la bocca di crescita e cantieri – dicono fonti del M5s all’Adnkronos – I veri problemi sono altri, come ad esempio i quasi 600mila irregolari in Italia. Ricordiamo che Salvini disse che li avrebbe rimpatriati in un mese, ma dai numeri sembra persino che Minniti abbia fatto meglio di lui. Ci auguriamo un cambio di passo”.

“L’Italia non è mica un gioco” – La reazione pentastellata al procedimento nei confronti dell’uomo del Carroccio è stata veemente – dal ritiro delle deleghe da parte di Danilo Toninelli alla richiesta di dimissioni a una sola voce – e Matteo Salvini, stando ai retroscena, avrebbe invocato la possibilità che salti l’accordo di governo. Da qui, la risposta di Di Maio in un lungo post su Facebook: “Trovo grave che si prenda sempre la palla al balzo per minacciare di buttare via tutto. Ma dov’è il senso di responsabilità verso i cittadini? Dove è la voglia di cambiare davvero le cose, di continuare un percorso, di migliorare il Paese come abbiamo scritto nel contratto? – scrive – L’Italia non è mica un gioco, l’Italia siamo noi e milioni di famiglie in difficoltà che vogliono un segnale”. Ricordando che già sul Tav c’erano state tensioni con l’alleato, il vicepremier riporta anche indiscrezioni secondo le quali ci sarebbero “persino contatti in corso con Berlusconi per fare un altro esecutivo”.

Le accuse incrociate su dialogo con Fi e Pd – “Sono davvero sbalordito”, aggiunge, sottolineando di nuovo che “trovo gravissimo che la Lega con così tanta superficialità ogni volta che gli gira minacci di far cadere il governo. Ma poi per cosa? Per non mettere in panchina un loro sottosegretario indagato per corruzione (che potrà poi rientrare nel governo laddove, mi auguro, si risolvesse positivamente la questione) sono pronti a far saltare tutto e a tornare con Berlusconi? Questo è il valore che danno all’Italia?”. Un retroscena, quello di un dialogo sottotraccia tra Carroccio e Forza Italia, seccamente smentita da fonti della Lega che puntualizzano: “A differenza dei 5Stelle che spesso sembrano andare d’accordo col Pd…”. Un pensiero precisato poco dopo su Facebook anche da Salvini: “Con tutti gli avversari potenti che ha questo governo, non capisco perché anche oggi l’amico Di Maio parli di ‘crisi di governo’ – scrive – Non vorrei che nei 5Stelle qualcuno avesse voglia di far saltare tutto e magari andare a governare con la sinistra… Buon Venerdì Santo di pace a tutti”.

Di Maio: “Tentativi di Siri? Fermati da noi” – È stato “proprio il MoVimento 5 Stelle a bloccare i tentativi del sottosegretario leghista Siri di introdurre alcune misure diciamo un po’ controverse”, ricorda . “Noi ce le ricordiamo: quando arrivarono sui nostri tavoli ci sembrarono strane e le bloccammo. Questo dimostra che gli anticorpi del Movimento ci sono e sono ancora forti – rivendica Di Maio – Senza di noi chissà cosa sarebbe accaduto”. “Abbiamo sempre agito rispettando un punto, un principio: la legalità! Siamo sempre stati coerenti su questo. Lo abbiamo dimostrato anche recentemente a Roma“, dice con riferimento all’arresto di Marcello De Vito, allontanato dal Movimento in poche ore. “Siamo nati sulla questione morale e gli indagati per corruzione o per aver preso mazzette e tangenti no, non possiamo accettarli – aggiunge – Siamo entrati per cambiare le cose, non per lasciarle così come sono. Mi auguro che la Lega lo abbia capito”.

E sulla Raggi: “Sceneggiata mediatica” – Poi torna sulla questione Ama, con i colloqui tra la sindaca di Roma e l’ex ad Bagnacani pubblicate giovedì bollando il tutto come “una vera e propria sceneggiata mediatica”, con riferimento anche alla richiesta avanzata da Salvini alla sindaca di fare un passo indietro perché “non adeguata”. Il vicepremier non risparmia critiche anche al Partito Democratico: “A pochi giorni dallo scandalo sulla sanità che ha travolto il Pd in Umbria, ho avuto la fortuna di ascoltare il nuovo segretario del Pd dire che quando un politico è indagato, deve dare delle spiegazioni ai cittadini – conclude con un riferimento all’inchiesta che coinvolge Nicola Zingaretti, accusato di finanziamento illecito – Sono più che d’accordo, peccato però che ancora stiamo aspettando le sue di spiegazioni…”.

Rixi: “Siamo al minimo storico dei rapporti” – In un’intervista all’Adnkronos, il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi che all’inizio il governo aveva “molta più fluidità rispetto a oggi” e ora esiste “un problema relazionale, di condivisione e gestione degli obiettivi, è un discorso di metodo”. Fra Lega e M5Stelle “noi siamo quelli che meno vogliono andare a votare” mentre “sono loro che mi sembra vogliano mettere in discussione il governo”. Ma “non possono pensare di bastonarci una volta al giorno e farci lavorare: bisogna avere un rapporto almeno paritetico”, aggiunge parlando di “sgarbo” da parte di Toninelli per le deleghe tolte in pochi minuti a Siri. Quella arrivata dalla Lega dopo la diffusione delle intercettazioni di Virginia Raggi, aggiunge,  “è stata una reazione” all’atteggiamento dei 5 Stelle sul caso Siri perché “se vuoi un’escalation militare siamo pronti, non ci sottraiamo”. Con Salvini “ci siamo messaggiati stamattina e ci siamo ripromessi di starcene tranquilli e vedere cosa succede. Ieri si è arrivati al minimo storico” nei rapporti con i Cinque Stelle, dice Rixi, segnalando come nel partito “dobbiamo tenere i gruppi parlamentari” fermi, dinanzi a una crescente tensione: ma così “il primo momento di difficoltà diventa esplosivo: non si deve per forza stare al governo. Personalmente continuerò a mettere pezze ma non si può vivere” con chi “fa buchi nella barca”.

Cantone: “Siri? Bancarottiere, reato grave” – Sulla vicenda Siri è intervenuto anche il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone. Intervenuto a Radio Capital, il magistrato a capo dell’Anticorruzione ha ricordato il patteggiamento del sottosegretario per bancarotta: “Io non credo di dover valutare dei giudizi, io credo che l’atteggiamento giudicamente sia parificabile a una condanna”. Cantone – finito nel mirino di Siri negli scorsi mesi – ha quindi risposto a Salvini, che giovedì ha definito il sottosegretario una persona “specchiata” e “onesta”: “Il giudizio di specchiatezza è anche soggettivo. Per me uno che patteggia per bancarotta è colpevole di bancarotta, poi ho le mie valutazioni, ritenendo che la bancarotta sia un reato grave, evidentemente il ministro Salvini la pensa diversamente”.

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