Primo piatto (primo entrée)
Il primo ad uscire proprio SuperGilbi, nonostante il mignolo in meno: è la solita scossa di energia, fulmine, torpedine, miccia. Serve due entrée in un colpo solo, alla maniera di cucina sushi: gambero marinato con agrumi e canestrello scottato con riccio e maionese alla liquirizia. Non aiuta il fatto che il riccio non si senta, come dice Cannavacciuolo. Locatelli sente dell’amarezza. Ma alla fine l’aggettivo lo trova ancora chef Antonino: “Ruffiano“.

La seconda a suonare il campanellino è Valeria, ma l’avvio è diludendo: bruschetta rivisitata aglio basilico e sferificazione di pomodoro. La sferificazione chissà cos’è ma dicono i giudici che è troppo grassa. A noi terra terra basti sapere che il pane è troppo morbido che toglie tutto il sex appeal della bruschetta. Dettaglio aggiuntivo: “Non si sente il pomodoro” (e questo è Bastianich). L’euforia della rivisitazione dura poco.

Infine Gloria che porta il Ruat, dal nome di un torrente dove andava da piccola. Si tratta di un piatto con trota marinata con uova di pesce, tartufo, pompelmo, arancia, asparagi. “Se non mi diceva che c’era la trota mi sembrava una macedonia”: Bastianich torna a bastonare.

Secondo piatto (entrée)
Gloria porta dei canederli con salsa al cavolo viola, senape e speck croccante. Cannavacciuolo se lo pappa. Ma per Bastianich è troppo rustico, troppo semplice. E’ in atto un autentico Joe bombing.

Valeria ci riprova con un cannolo di alici marinate dove dovrebbe esserci la melanzana ma la melanzana non c’è. Gilberto rilancia con un baccalà al Pil-Pil con tuorlo d’uovo liquido. Bello, Bastianich trova un difetto solo sul Pil-Pil che per chi non sapesse cos’è, Wikipedia dice che è la traduzione onomatopeica della rotazione che serve a cucinare. Un piatto complesso, il più ambizioso, si alza il livello. E’ il segnale: comincia la guerra e Gilberto è in vantaggio.

Terzo piatto (primo)
Valeria porta uno spaghetto e viene la faccia del vabbè. E invece è risottato ai ricci, spuma al cocco e alghe. Da ricovero al General Hospital Il rischio paga, fa en plein tra i giudici. Ancora un po’ e Cannavacciuolo piange. Gloria tiene la distanza con i cjarsons (una pasta tipica friulana) con ripieno di erbe spontanee. Gilberto prova a sfondare con un risotto alla zucca, gelatina di Amarone, tartufo bianco e aria di Monte Veronese. Ma secondo Cannavacciuolo strafà: il tartufo c’entra un po’ come il cavolo a merenda perché “va protetto” e non buttato insieme a centomila altre cose.

Quarto piatto (secondo)
Valeria passa quindi all’affondo finale: guancia di vitello e gambero crudo al bisque al Marsala. Cannavacciuolo vorrebbe invocare diverse divinità. Barbieri: “Questo è un bel bingo”. Bastianich si spazzola il piatto. Si continua a ritmo altissimo, Gilberto esibisce un Glacier 51 con vongole e salicornia. Cannavacciuolo: “Qua è una mina”. Locatelli: “Super elegante”. Nota a margine: il Glacier 51 è un pesce pescato a 2mila metri di profondità nelle acque ghiacciate sub-antartiche, a circa 4mila km dall’Australia continentale. Quei sapori semplici della massaia, insomma. Infine Gloria porta Cervo e licheni. E’ uno dei piatti più belli. Per Barbieri e Cannavacciuolo manca qualcosa, un frutto. “Ci ha fatto sentire il sapore di bosco” ribatte Locatelli. “Mi sento un po’ un orso” va un po’ più in là Bastianich, mentre si gratta la schiena al tronco di un albero.

Sesto piatto, il dessert
Vale la qualifica di dessert solo il piatto di Gloria: spuma di fieno con granita di abete e salsa fragoline e lamponi. Per Barbieri la granita spacca di brutto. “Non sapevo che gli abeti potessero essere così buoni” commenta Locatelli, che spara con la sua colt. Quello di Gilberto viene definito analogo alla saponetta quando fai la doccia (Barbieri), quello di Valeria “nemmeno da mettere vicino a quello di Gloria” (Locatelli).

Riassunto per dummies. Antipasto a Gilberto. Il primo a Valeria. Il secondo pari merito Valeria, Gloria e Gilberto. Il dessert a Gloria. In teoria hanno preso due punti a testa. Ma ai punti non c’è gara, come La Sila aveva predetto, tifato, pregato per tutto il giorno. Si merita un premio: quello spaghetto ai ricci e al cocco. Tanto con tutti i clic che fa, il budget di FqMagazine sarà ormai milionario.

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