MasterChef, il programma che fa bene allo spirito - 2/5
L’intro è il consueto corollario di esperienze vissute e sogni nel cassetto. Gira e rigira la filastrocca del “percorso di crescita”, “un’esperienza che mi ha cambiato”, “una svolta” e via andare con i libri di Osho. Sembrano tutti usciti da Sette anni in Tibet, dal Cammino di Santiago andata e ritorno o dai Cinquestelle dopo che sono finiti al governo.
“Calm your ego down, #Gilberto” ?
CLASSIC @GLocaOfficial ✨#MasterChefIt pic.twitter.com/l9FHqVVJgN— MasterChef Italia (@MasterChef_it) 4 aprile 2019
Con la Mistery Box fanno tutti un figurone. Sotto la scatola gli aspiranti trovano un libro con la loro faccia stampigliata in copertina. Gilberto si penzola dal suo piedistallo alto 153 metri: “Ci sto bene in copertina“. Sono tutt’e 4 belli cazzuti. Alessandro fa il pieno di complimenti: “Sei uno studente modello”. Gloria racconta che l’ha mandata lì la psicologa e visti i risultati altro che parcella, la dottoressa dovrebbe farsi invitare a cena con tris di cjarsons. I giudici chiedono a tutti a chi dedicherebbero il loro primo libro di ricette e Gilberto I, pontefice massimo e infallibile, vede solo una cosa davanti a sé: lo specchio. Risponde: “A me“. Locatelli sfodera il suo frasario: “Calm your ego down“, avvertimento che dovrebbe tatuato sulla pelle degli appartenenti di diverse caste, prima quella dei giornalisti. Ad ogni modo, come si diceva, vanno tutti col turbo, ma vince la prova chi spinge di più: Gilberto, con un piatto di capesante, dashi e aria di mela verde e zenzero.
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U.S.A.: United States of Ananas (Dappertutto) ??? @JBastianich @GiorgioLocatelli1 #MasterChefIt