Un gruppo di attivisti di Greenpeace si è incatenato davanti allo stabilimento della multinazionale Mondelēz, che nella sede di Capriata d’Orba (Alessandria) produce per il mercato italiano snack contenenti olio di palma.
Mentre alcuni attivisti appendevano uno striscione con la scritta “Basta olio di palma che distrugge le foreste”, altri volontari vestiti da orango, animale endemico delle foreste del Sud-Est Asiatico che rischia l’estinzione, si aggiravano fra tronchi bruciati e barili di finto olio di palma.
Obiettivo della protesta pacifica, che segue altre azioni nonviolente fate in Italia e in Europa nelle ultime settimane, è quello di chiedere alla multinazionale statunitense di non acquistare più olio di palma legato alla deforestazione e alla violazione dei diritti umani.

“Distruggere le foreste pluviali per produrre olio di palma è inaccettabile. Questa produzione indiscriminata sta alimentando una crisi climatica che ha impatti a livello globale e sta distruggendo l’habitat di animali rari come gli oranghi. Mondelēz e le altre multinazionali devono smettere di rifornirsi da Wilmar, il principale commerciate di olio di palma a livello globale, fin quando non sarà in grado di dimostrare che l’olio di palma che vende non è prodotto a discapito dalle foreste”, ha detto Martina Borghi, Campagna Foreste di Greenpeace Italia.

Articolo Precedente

Legge di bilancio, per combattere il rischio idrogeologico serve un idrobonus

next
Articolo Successivo

Cina, Greenpeace: “Si stanno sciogliendo i ghiacciai del ‘Terzo Polo’. Intere comunità costrette a lasciare case per allagamenti”

next