“Manovra? È passata la linea: facciamo altri debiti e facciamoli pagare a chi verrà dopo di noi. Non mi scandalizzo se si fa un deficit del 2,4% perché non penso che i vincoli di bilancio siano un totem da difendere. Il problema è: fare debiti per far cosa?“. Così, ai microfoni di Ho scelto Cusano, su Radio Cusano Campus, il deputato Pd, Francesco Boccia, commenta l’approvazione della nota di aggiornamento del Def da parte del governo. E spiega: “Se si fanno debiti per costruire cose che restano nel tempo, fare deficit ha senso. Se si fanno per dare bonus o per pagare promesse elettorali, si fanno dei danni che poi causano problemi non affrontabili in qualche mese, ma in un decennio. Se Salvini e Di Maio fossero andati in Europa e avessero detto: ‘Voi non volete che noi non sforiamo ma noi sforiamo perché facciamo investimenti pubblici, rafforziamo porti, aeroporti, scuole”, penso che nessuno avrebbe potuto dire nulla e nemmeno i mercati avrebbero reagito nervosamente, come in queste ore. E invece” – continua – “loro pensano di avere dato una botta a Tria, facendo quello che vogliono loro e che chiaramente non voleva il ministro dell’Economia, fregandosene dei mercati. Ma in realtà il rischio è che quella botta data a Tria si ripercuota su tutti gli italiani e che gli investitori scappino dall’Italia. L’Italia vale più o meno il 2% del Pil mondiale. Stiamo parlando di una provincia del mondo. Gli investitori internazionali ci mettono un attimo ad andare via e il danno lo fanno agli italiani, perché oltre due terzi del nostro debito è degli italiani“.

Boccia aggiunge: “Se all’improvviso il nervosismo per la fuga degli investitori internazionali si propagherà fino alle nostre case, quando qualcuno andrà da un’assicurazione per liquidare il proprio salvadanaio, o andrà in banca perché vuole ritirare i propri denari, creerà inevitabilmente delle tensioni. Penso che siano stati incoscienti nel non capire che si poteva decidere di forzare le regole, ma provando insieme a ipotizzare una linea di sviluppo duraturo per il Paese”.

Il parlamentare dem osserva: “Lega e M5s hanno fatto tutto questo per intervenire a metà sulla riforma Fornero, e ancora non si capisce come, perché la platea doveva essere superiore a un milione di persone, alla fine saranno 400mila. Si interviene sulla flat tax, perché questa era la propaganda leghista. Tra l’altro la flat tax avvantaggia solo i ricchi e non lo si fa sulle persone ma sulle imprese, che in realtà una tassa piatta già ce l’hanno. Non era meglio abbassare le tasse sul lavoro, consentendo così ai lavoratori di avere dei salari netti più alti e alle imprese di risparmiare? Insomma, hanno deciso di aiutare soprattutto gli amici di Salvini. Ovviamente non tiferò mai per il ‘tanto peggio, tanto meglio’, come facevano Lega e M5s quando erano all’opposizione, però deve essere chiaro che di fronte a scelte incoscienti noi reagiremo per difendere i risparmi degli italiani”.

Circa le rassicurazioni di Di Maio sul fatto che verrà spiegato ai mercati che questi sono investimenti per far ripartire l’Italia, Boccia è scettico: “Se fossero investimenti sarei d’accordo con Di Maio, ma non sono investimenti. Stiamo parlando di oboli e distribuzione a pioggia di risorse, in alcune misure non vedo nulla di diverso rispetto agli 80 euro. Io vorrei invece una decontribuzione strutturale e profonda, come quella che facemmo nel 2015 nel governo Renzi ma valeva solo per 3 anni. Lo sviluppo si fa con l’occupazione, non si fa con l’assistenza. La gente preferisce andare a lavorare anziché avere un obolo“.

Il deputato, poi, si sofferma sul ministro dell’Economia: “Tria ne esce chiaramente ridimensionato. E’ evidente che da oggi è un ministro con meno autorevolezza. Ma per senso di responsabilità è giusto che non si dimetta, altrimenti l’intensità del fuoco che arde potrebbe diventare un incendio. Spero che nelle prossime ore ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, ma prepariamoci a settimane difficili per il nostro Paese. Quali saranno le reazioni della Ue? Non lo so, ma questa Europa è l’ultima che può parlare“.

E chiosa: “Stiamo parlando dell’Europa di Juncker e della Merkel, un’Europa di destra sulla quale dovrebbero rispondere Berlusconi e Salvini che sono loro alleati. Dovrebbe risponderne Orban che è nato e cresciuto nel PPE. Il centrosinistra ha già dato troppo sangue ad un modello europeo che non c’entra nulla con quello che noi vorremmo. Io vorrei un’Europa con lo stesso fisco, con lo stesso welfare, con la stessa Difesa, con gli stessi salari. Non mi pare che la pensi così la Merkel, men che meno Salvini e gran parte del M5s che vorrebbero distruggere l’Europa. Questa è un’Europa che farebbe rivoltare nella tomba De Gasperi e Spinelli e chi ha creduto ad un altro sogno europeo”.

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