Totò Cuffaro torna all’Ars, l’Assembea regionale siciliana. Non da politico, ma da ex detenuto. Il due volte governatore della Sicilia condannato in via definitiva a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra – farà da relatore al convegno “Oltre le sbarre. Uno sguardo ai diritti e alle tutele dei figli dei detenuti”, a palazzo dei Normanni, sede dell’assemblea siciliana, il prossimo 13 settembre. Lo farà nella sala dedicata a Piersanti Mattarella, ex presidente della Regione assassinato proprio da Cosa Nostra nel 1980: con lui parleranno, tra gli altri, il Garante regionale per i diritti dei detenuti e la direttrice del carcere Pagliarelli di Palermo.

Lo stesso convegno, nello stesso luogo, avrebbe dovuto tenersi a luglio 2016, pochi mesi dopo che Cuffaro era uscito dal carcere di Rebibbia per fine pena (ridotta a 4 anni e dieci mesi per indulto e buona condotta). Ma l’allora presidente dell’Assemblea, Giovanni Ardizzone – tra l’altro membro dell’Udc, lo stesso partito di Cuffaro – aveva negato l’uso della sala, definendo “inopportuno” e “certamente equivoco” che un condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra parlasse in uno spazio intitolato a una vittima di mafia. E scatenando la reazione del parlamentare di Ala Saverio Romano, ex ministro dell’Agricoltura e storico delfino di Cuffaro, che aveva accusato Ardizzone di comportarsi da “proprietario delle istituzioni“. “Lei usa l’Ars come la lavatrice della sua coscienza: se ritiene che l’aver militato con Cuffaro nello stesso partito ed averne condiviso scelte politiche è un vulnus da rimuovere – conclude – lo faccia politicamente senza tirare in ballo Mattarella o risibili atteggiamenti da antimafia d’accatto“, aveva scritto Romano ad Ardizzone.

Ebbene, a distanza di due anni – e sotto la nuova amministrazione regionale guidata da Nello Musumeci – l’incontro si farà. Con l’obiettivo – spiega l’organizzatore, il deputato Udc all’Ars Vincenzo Figuccia – “di mettere in luce le carenze degli istituti penitenziari siciliani e le prospettive possibili rispetto all’assenza di spazi gialli e di professionalità idonee ad accompagnare i figli dei detenuti all’incontro con i propri genitori. Non dimentichiamo che ogni qualvolta un soggetto entra in carcere per scontare una pena, scompare dalla società un genitore. Ma la cosa più ingiusta è che viene meno il diritto alla sua genitorialità.

“Non ci sono parole. Il ritorno di Cuffaro all’Ars è di una vergogna assoluta. Anzi, una porcata. E che sa pure di beffa: non solo viene srotolato il tappeto rosso davanti ad un condannato per fatti di mafia, ma lo si fa pure nella sala dedicata a chi per mano della mafia ci ha rimesso la vita. Non c’è che dire, pensavamo di aver toccato il fondo con le ultime uscite di Micciché, ma evidentemente si vuole continuare a scavare – fa sapere il gruppo parlamentare del M5S all’Ars – Prosegue la gestione fallimentare della presidenza Miccichè, che continua a guadagnarsi i titoli dei giornali per fatti negativi, mai per la produttività del Palazzo che è quasi nulla. In quanto ad inviti inopportuni, tra l’altro, Miccichè ha pure un fresco precedente, quello, del tutto fuori luogo, fatto a Mori e De Donno in occasione della proiezione del docufilm sul generale Mori. E poi ci si chiede perché i cittadini si allontanano dalla istituzioni. Si proceda in questo senso e il solco finora scavato diventerà un baratro”.

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