Totò Cuffaro va in carcere. La Cassazione ha infatti reso definitiva la condanna a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra e rivelazione di segreto istruttorio emessa nell’ambito del processo ‘talpe alla dda’ nei confronti di Cuffaro, ex governatore della Sicilia ed oggi senatore del Pid (Popolari Italia Domani). In particolare, la seconda sezione penale presieduta da Antonio Esposito ha rigettato il ricorso di Cuffaro confermando così il verdetto emesso lo scorso 23 gennaio dalla Corte d’Appello di Palermo.
”Rispetto la magistratura, adesso andrò a costituirmi – ha detto Cuffaro, appena uscito di casa per dirigersi al carcere di Rebibbia -. Mi appresto a scontare la mia pena come è giusto che sia”. L’ex governatore ha atteso la sentenza nella sua abitazione in centro a Roma, vicino al Pantheon, dove dopo la sentenza è cominciato un via vai di amici e colleghi. Tra questi, l’avvocato Piero Lipera ha detto prima di scoppiare a piangere: “E’ stato condannato un innocente, senza che sia stata accertata la verità. Prima di essere uno dei suoi legali, sono un cuffariano convinto”. In mattinata Cuffaro aveva passato le ore prima della sentenza raccogliendosi in preghiera nella Chiesa della Minerva.
Una delle conseguenze della conferma della condanna a 7 anni di reclusione è quella della decadenza dal seggio di palazzo Madama, dove Cuffaro sostiene il governo Berlusconi. ”In uno Stato di diritto la politica deve rispettare le sentenze – ha commentato il portavoce dell’Idv Leoluca Orlando -. In uno Stato democratico, la politica deve però rilevare, come da anni facciamo in tanti, che dopo una stagione di forte indignazione e risveglio, proprio dal 2001, quando Salvatore Cuffaro è diventato presidente della Regione, in Sicilia c’è stato un progressivo deterioramento economico, culturale ed etico che tuttora pesa come un macigno sui diritti dei siciliani e sullo sviluppo dell’Isola”. In un comunicato congiunto Pier Ferdinando Casini e Marco Follini si dicono “umanamente dispiaciuti per la condanna di Totò Cuffaro” ed esprimono “rispetto per la sentenza, come è doveroso in uno Stato di diritto e tanto più da parte di dirigenti politici. Ma, non rinneghiamo tanti anni di amicizia e resta in noi la convinzione che Cuffaro non sia mafioso”. Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello del Pdl esprimono la loro solidarietà all’amico Totò Cuffaro per la scelta che ha compiuto. Quanto al merito della vicenda, ci ha convito più la procura della Cassazione che il collegio giudicante”.
La Cassazione ha confermato le condanne anche per gli altri imputati. E’ diventata così definitiva quella a 15 anni di carcere per l’ex manager della sanità privata Michele Aiello, ritenuto vicino a Bernardo Provenzano. E’ stata invece leggermente ritoccata, per una piccola prescrizione, la condanna a 8 anni di reclusione per l’ex maresciallo del Ros, Giorgio Riolo: ora la pena è di 7 anni, 5 mesi e 10 giorni. Definitiva anche la condanna a 3 anni per il dirigente della Sezione Anticrimine della Questura di Palermo, Giacomo Venezia. Sono stati inoltre dichiarati “inammissibili” i ricorsi degli altri imputati del processo ‘talpe alla Dda’: 4 anni e 6 mesi sono, dunque, diventati la condanna definitiva per il radiologo Aldo Carcione; quella a un anno per Roberto Rotondo, a 9 mesi per Michele Giambruno; a 4 anni e 6 mesi per Lorenzo Iannì (direttore del distretto sanitario di Bagheria); a 6 mesi per Antonella Buttitta; a 9 mesi per Salvatore Prestigiacomo e a 2 anni per Angelo Calaciura.
L’ex governatore Cuffaro è attualmente imputato in un altro processo a Palermo, dove risponde di concorso esterno in associazione mafiosa. Il 28 giugno scorso in questo dibattimento i pm Nino Di Matteo e Francesco Del Bene, a conclusione di una requisitoria durata per quattro udienze, ne hanno chiesto la condanna a 10 anni di reclusione. La richiesta di 10 anni è comprensiva dello sconto di un terzo della pena previsto per il rito abbreviato scelto da Cuffaro. Tra le vicende oggetto di questo processo, noto come ‘Cuffaro bis’, quella delle candidature di Mimmo Miceli e Giuseppe Acanto, detto Piero, nelle liste del Cdu e del Biancofiore alle elezioni regionali del 2001. Entrambi, secondo l’accusa, furono sponsorizzati da Cosa nostra e Cuffaro per questo motivo li accettò come candidati nelle liste a lui collegate.
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La Redazione
Ravenna, 8 feb. (Adnkronos) - Incidente autonomo sulla A14 in provincia di Ravenna. Un'auto è uscita fuori strada all'altezza del km 62+200 ribaltandosi più volte e finendo in una scarpata. Le due persone a bordo sono morte. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia stradale e il 118. La viabilità è regolare sull'autostrada.
(Adnkronos) - Il movente fornito da Pablo Gonzalez Rivas potrebbe essere una mossa azzardata se il ritrovamento del corpo dovesse smentire quanto ha confessato; ma anche vincente perché potrebbe trasformare l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi (tesi che la procura continua a sostenere con forza) in omicidio preterintenzionale, ossia di chi provoca la morte di una persona senza avere la volontà di ucciderla (pena massima 18 anni).
Solo il corpo di Jhoanna Nataly Quintanilla, la babysitter scomparsa dalla notte fra il 24 e il 25 gennaio, può fornire la verità sulla sua morte. E' per questo che le ricerche, che da ieri si concentrano nella zona di Cassano d'Adda, sono proseguite anche oggi e continueranno anche domani. Il ritrovamento del corpo, quindi l'eventuale autopsia, svelerebbero il modo in cui la donna è stata uccisa e se sul suo corpo ha infierito l'indagato.
A partire dalla prossima settimana, intanto, inizieranno anche gli accertamenti scientifici, affidati ai carabinieri, nell'abitazione in cui è morta la 40enne di origine salvadoregna e nell'auto in cui è scomparsa. Se il luminol dovesse dare risultati positivi, Pablo Gonzalez Rivas dovrà già spiegare il perché di quel sangue ripulito.
Roma, 8 feb. (Adnkronos) - “Scegliere tra Soros e Musk non è un programma politico ed il Partito popolare europeo ha un solo grande compito: far crescere l’Europa e le nazioni che ne fanno parte. Abbiamo radici culturali profonde e una grande storia da portare avanti, il gioco della torre non ci appassiona”. Lo afferma Maurizio Lupi, presidente di Noi moderati, che è parte del Ppe.
Roma, 8 feb. (Adnkronos) - "La memoria storica non si può cancellare con atti vandalici miserevoli e vigliacchi. Basovizza è patrimonio comune e condiviso, simbolo delle tragedie che hanno percorso tutta l’Europa a cavallo della seconda guerra Mondiale. A 80 anni di distanza dobbiamo onorare e ricordare tutte le vittime dell’odio raccontando alle nuove generazioni cosa è successo e combattendo la stupidità con la forza dei fatti e delle storie seppellite in quelle voragini. Questo racconto non si cancella o oltraggia con un po’ di vernice rossa”. Lo afferma il senatore dell'Udc Antonio De Poli, questore del Senato.
Roma, 8 feb. (Adnkronos) - “Il grave atto compiuto a Basovizza, peraltro nell’imminenza del Giorno del Ricordo, è un oltraggio non solo alle vittime delle foibe, ma anche alla storia d’Italia e alle sue pagine strappate che hanno dovuto attendere decenni prima di essere riconosciute e doverosamente celebrate”. Lo dichiara Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità.
Roma, 8 feb. (Adnkronos) - "Trovo sconcertante il semitrionfalismo di Decaro in riferimento alle notizie che vengono annunciate su Bari. Leggeremo le relazioni che propongono il commissariamento di due o tre società municipalizzate. Quelle strutture sono il cuore del Comune di Bari. Quelle strutture sono state governate dalle gestioni di Emiliano e di De Caro in perfetta continuità. Su quelle strutture grava il sospetto di assunzioni di personaggi legati ad ambienti criminali. Si è parlato di incontri, di colloqui e di comportamenti inauditi. Pertanto, se fossero realmente commissariate queste strutture, ci sarebbe un marchio gravissimo su chi ha gestito tutto ciò. E sono i sindaci di Bari, Emiliano e Decaro. E il partito a cui appartengono, il Pd". Lo afferma Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato.
"È una vergogna quello che viene accertato -aggiunge- che pesa sulla sinistra e sui suoi alfieri. Il fatto che vengano commissariate le società che sono il cuore del Comune e che non venga sciolto il Comune di Bari non può consentire a costoro di esprimere soddisfazione. Si è accertato che avevamo ragione noi ad accusare la protervia, l'illegalità e lo sconcio delle gestioni della sinistra. E, quindi, attendiamo le carte per approfondire le nostre valutazioni. Sappiamo che la gestione delle municipalizzate di Bari, fatta dalla sinistra e dai sindaci come Decaro, potrebbe essere giudicata meritevole di commissariamento dal ministero dell'Interno e quindi fuori dai canoni della legalità. Se vogliono festeggiare questo contenti loro, evidentemente i loro parametri di valutazioni e la loro moralità hanno dei riferimenti diversi da quelli nostri”.
Roma, 8 feb. (Adnkronos) - "Oggi l'Italia si ritrova con grande disonore a calpestare la giustizia internazionale. Io dico Meloni, presidente del Consiglio, leader di Fratelli d'Italia che per tradizione si richiama ai valori dell'onore, dov'è il tuo onore? Parlate sempre di onore, dov'è l'onore che non ti sei presentata nemmeno in Parlamento alla richiesta di informativa a spiegare a noi parlamentari e al Paese come e perché esponi il Paese a questa vergogna". Lo ha affermato il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, a proposito della vicenda Almasri, durante la puntata di 'Accordi e disaccordi' in onda questa su 'Nove'.
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