Il pilastro sarà “lo sviluppo del trasporto pubblico locale elettrico e ibrido“. Così il ministero dell’Ambiente ha intenzione di combattere la guerra allo smog cara al M5s ed evitare che da Bruxelles, dopo il deferimento alla Corte di Giustizia europea per aver violato le leggi anti inquinamento, possano arrivare ulteriori ammonimenti, o peggio una multa. Nulla a che vedere con il taglio del bonus diesel che secondo il Corriere della Sera era invece allo studio per portare in cassa 5 miliardi di euro l’anno e ridurre le emissioni nocive. Il ministero infatti smentisce, spiegando al Fattoquotidiano.it che l’idea di riallineare le accise del gasolio e quelle della benzina faceva probabilmente parte di un vecchio dossier. Non è escluso che questa ipotesi sia al vaglio di qualche altro ufficio del governo, per esempio il ministero dei Trasporti che è competente in materia.

Sicuramente non fa parte delle prospettive di azione del dicastero dell’Ambiente, che si attiene quindi all’obiettivo della “progressiva riduzione dell’utilizzo di autoveicoli con motori alimentati a diesel e benzina”, inserita nel contratto tra Cinquestelle e Lega, in cui si parla esplicitamente di “strumenti finanziari per favorire l’acquisto di un nuovo veicolo ibrido ed elettrico“, ma anche dell’eliminazione delle accise che invece renderebbe i carburanti più convenienti. Quindi il contrario di quello che prospettava un eventuale taglio degli incentivi al diesel.

Resta il fatto che la necessità di ridurre la circolazione di auto a gasolio è un obiettivo anche di questo governo e del ministero dell’Ambiente. I danni prodotti dai diesel e dalla loro emissioni di particolato sono ormai noti e tutte le grandi città, a partire da Milano e Roma, stanno vietando le loro strade alle auto a gasolio. Beppe Sala ha varato lo stop in città da gennaio 2019: banditi tutti i veicoli fino a Euro 3, poi da ottobre anche Euro 4. La sua collega Virginia Raggi ha annunciato una Capitale completamente free-diesel nel 2024.

L’Italia, da questo punto di vista, è tra l’altro molto indietro. Il 17 maggio scorso è stata deferita alla Corte di Giustizia europea per aver violato le leggi europee anti smog. E’ stato bocciato il piano presentato dall’ex ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, che aveva dovuto presentare al Commissario Ue per l’ambiente, Karmenu Vella, le misure per ridurre i livelli di emissioni inquinanti. Misure presentate ma che sono state giudicate insufficienti. L’Italia è stata deferita per il superamento delle soglie di Pm10, insieme a Ungheria e Romania mentre per Danimarca, Gran Bretagna e Francia il deferimento riguarderà le emissioni di NO2. E’ il primo passo verso una multa che potrebbe arrivare anche a un miliardo di euro e che scatterebbe se il deferimento dovesse ripetersi e l’Italia dovesse continuare a non risolvere la situazione.

Per questo sul tavolo del ministro Sergio Costa c’è appunto un piano smog da dover presentare all’Europa. Al centro però non c’è il taglio del bonus diesel, bensì lo sviluppo della mobilità sostenibile: “Bisogna favorire il ricorso ai mezzi ibridi, o totalmente elettrici, cominciando dal trasporto pubblico”, ha detto lo stesso Costa in una recente intervista a La Stampa. Rispetto al piano originario, sono pronti nuovi fondi da destinare alle Regioni proprio per favorire l’acquisto di mezzi elettrici e ibridi.

Questa è la soluzione principale messa in atto dal nuovo esecutivo, intenzionato a fornire in tal senso un supporto sia economico che logistico. Le misure inserite nell’accordo di governo prevedono inoltre “meccanismi premiali per l’incentivazione dei mezzi a bassissime emissioni”, oltre alla realizzazione di nuove colonnine per la ricariche delle auto elettriche e alla concessione di spazi pubblici a servizi di car sharing, insieme alla promozione di reti ciclabili e bike sharing.

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