Cronache da Putingrad in festa, dopo il 5-0 inflitto all’Arabia Saudita.

Addirittura il Burj Khalifa di Dubai, il grattacielo più alto del mondo, è stato illuminato dai colori della bandiera russa per celebrare il trionfo di Golovin e compagni. Mentre il Paese si abbandonava a comprensibili manifestazioni d’orgoglio nazional-calcistico, il premier Dmitri Medvedev annunciava l’impopolare aumento dell’età pensionabile, contrariamente alle promesse di Putin (“Fin quando sarò io presidente non ci sarà mai un aumento dei termini dell’età pensionabile”) e quello ancor più osteggiato dell’Iva, la cui aliquota passerà dal 18 al 20 per cento, giustificato dal calo dell’export petrolifero verso l’Europa (-16%). Carota e bastone… casuale coincidenza?

Così come in assoluta discrezione sono stati evacuati due palazzi vicino allo stadio Luzhniki di Mosca (quello della partita inaugurale) per il timore di un’esplosione. D’altra parte, l’Isis si è rifatta di nuovo viva per annunciare morte e distruzione. Il che giustificherà una stretta ancor più ferrea sulla sicurezza: segnalo che in Ossezia del Sud sono arrivati 2500 militari russi, formalmente per “esercitazioni”. Nel frattempo, il ministero degli Interni ha invitato i giornalisti russi a non pubblicare notizie “negative”. Sperando in questo modo che la Russia non venga più vista come l’impero del male…

Quanto agli sventurati giocatori dell’Arabia, li attende un destino ingrato: saranno infatti severamente puniti, come ha detto Adel Izzat, il capo della federazione. In particolare, il portiere Abdullah al-Mayyuf, l’attaccante Mohammad al-Sahlavi e il difensore Umar Havsavi. Così come Mohammed bin Salman Al Saud, il principe ereditario dell’Arabia Saudita (figlio di re Salman bin Abd al-Aziz Al Saud) nonché vicepremier e ministro della Difesa, non è che abbia molto gradito il tifo di Putin: ogni volta che la Russia segnava, Vladimir batteva le mani. Qualcuno ha considerato che in quel modo Putin volesse scusarsi con l’ospite. Oggi i social discutono di questo: ma Dmitri Peskov, il suo fido portavoce, l’ha escluso.

Dulcis in fundo, un piccolo mistero. Circola oggi un video diventato virale in cui un dimagrito Maradona, in elegante blazer blu, vorrebbe entrare allo stadio ma gli Omon di guardia – gli agenti antisommossa – non glielo consentono. Maradona lascia protestare i suoi accompagnatori, se ne sta defilato, perplesso.

Infine, una piccola – balle: una grandissima – questione sociale. E’ lecito guardare le partite del Mondiale in ufficio? La Corte europea dei diritti dell’uomo (5 settembre del 2017) fa capire che se una utilizzazione ragionevole del web, usando la connessione aziendale per guardare gli incontri è tollerabile, gli abusi sono assolutamente sanzionabili. Ecco perché il capo dell’organizzazione della Coppa 2018, Arkadij Dvorkovich, ha chiesto ai datori di lavoro di permettere ai loro dipendenti di guardare le partite. Soprattutto quelle della Russia. E perché il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin ha suggerito di concedere un extra “fine settimana” nei giorni di apertura della Coppa del Mondo.

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