Dalle stanze della procura alle aule parlamentari. Sugli esposti, i ricorsi e le due inchieste aperte a Foggia sulla gestione dei fondi del Miur e dei concorsi da parte dell’Università, il senatore Maurizio Buccarella, M5s, vicepresidente della Commissione permanente Giustizia, insieme ad altri dodici colleghi, ha presentato un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli. “Si apprende da notizie di stampa (ilfattoquotidiano.it del 2 dicembre 2017) – si legge nel testo – che la gestione dei concorsi per professore di prima e di seconda fascia nell’Università di Foggia, appare caratterizzata da gravi e numerose criticità”. Diverse le presunte anomalie segnalate alla procura: negli esposti si parla di irregolarità per favorire, nelle selezioni dei concorsi, persone vicine al rettore Maurizio Ricci.

I CASI SU CUI SI INDAGA – Ecco perché aveva suscitato molte polemiche, come raccontato dal quotidiano L’Attacco, l’annunciato trasferimento (poi saltato) da Brescia a Foggia del figlio di un noto amministrativista che insegna presso l’ateneo pugliese e molto vicino al rettore. Una prima indagine è partita dopo l’esposto presentato dai due professori rimossi dopo aver rifiutato la condizione imposta dall’Università di un aumento della sovrattassa d’Ateneo sui fondi assegnati dal Miur (dal 10% delle spese generali al 13% del totale finanziato). Le procedure dei concorsi sono oggetto di una seconda indagine coordinata dalla pm Anna Elisa Landi e condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Foggia. La preoccupazione manifestata dai parlamentari è che questa vicenda, qualora si accertino le anomalie, possa continuare ad avere ripercussioni negative sulla comunità accademica dell’Università di Foggia e ledere l’immagine dell’Università italiana in generale.

L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE – “Le informazioni – scrivono i parlamentari nell’interrogazione – hanno formato oggetto di approfondita verifica e hanno avuto numerosi riscontri documentali, tra i quali si è accertata la presentazione di esposti, con indagini penali in corso, e di numerosi ricorsi al Tar”. I senatori segnalano che dalle verifiche “sarebbe emersa, tra l’altro, la violazione delle norme sull’età pensionabile, per effetto di una modifica del regolamento didattico di Ateneo, cui è stata riconosciuta idoneità derogatoria rispetto alle norme vigenti di rango legislativo”. Ma è la gestione dei concorsi ad essere al centro dell’inchiesta alla quale stanno tuttora lavorando gli inquirenti. “Risulterebbe – si ricorda nell’interrogazione – l’abuso del potere regolamentare dell’Università, con l’introduzione di norme (verosimilmente illegittime) volte a favorire i destinatari di nomine per incarichi conferiti dal rettore, la ripetuta modificazione o violazione dei regolamenti interni, che ha condotto con significativa regolarità a risultati concorsuali utili per delegati rettorali e titolari di incarichi di nomina rettorale, la mancata o intermittente considerazione di ipotesi di conflitto di interessi e di violazioni del codice etico e il mancato rispetto delle regole della pubblicazione degli avvisi sulla Gazzetta Ufficiale”. Rispetto a quest’ultimo punto le verifiche riguardano casi di “mancata pubblicazione o di avvisi pubblicati anche soli tre giorni prima della scadenza del termine per la presentazione delle domande”. La conseguenza? “L’impossibilità o la grave difficoltà – scrivono i firmatari dell’interrogazione – di assicurare la pubblicità legale al bando e la par condicio tra i concorrenti, tale da garantire la più ampia partecipazione dei candidati esterni”.

I NUMERI SOTTO LA LENTE – Secondo i senatori, i risultati a cui si è arrivati sono “allarmanti da un punto di vista statistico”. Dalla conclusione della prima abilitazione scientifica nazionale, in attuazione della legge Gelmini, dal 2015 nell’Università di Foggia si sarebbero concluse 48 procedure concorsuali per professore di prima e di seconda fascia. “In 46 casi su 48 il vincitore sarebbe un candidato interno – ricordano – solo due, quindi, i casi di vincitore esterno, candidato unico, assunto dall’Università di Foggia”. Non solo. “In 39 casi su 48 alla procedura avrebbe partecipato un solo candidato: su almeno 3 dei soli 9 casi con più candidati pende ricorso al Tar”, mentre “in ben 11 casi, per lo più concentrati a valle dell’introduzione di norme regolamentari volte a favorire i destinatari di nomine per incarichi conferiti dal rettore, i vincitori sarebbero stati delegati rettorali o loro congiunti, una allieva diretta del rettore, componenti designati dal rettore (non eletti) in seno agli organi accademici”. Secondo i parlamentari “i dati evidenziati farebbero emergere gravi sospetti di favoritismo per i candidati interni a danno dei candidati esterni, sia, sul versante interno, a favore di candidati del team del rettore”.

LA QUESTIONE DELL’ETÀ PENSIONABILE – Nel testo si fa riferimento anche a un’altra vicenda, quella del professor Giovanni Cipriani. L’Università di Foggia nel 2016 ha deliberato in generale e pro futuro l’avvio dell’anno accademico per l’uno ottobre, in deroga alla data legislativamente fissata nel 1 novembre di ogni anno. Una decisione che rientra nell’autonomia riconosciuta alle Università anche se, per quanto attiene alla organizzazione didattica, questa scelta “non può mai incidere sullo stato giuridico del personale – spiegano i senatori – né sull’innalzamento dell’età pensionabile” su cui c’è competenza esclusiva del legislatore statale. “Risulterebbe, invece, che – sottolineano i parlamentari – in applicazione della modifica regolamentare, ad oggi sia in servizio il professor Giovanni Cipriani (ordinario), che ha compiuto 70 anni il 30 ottobre 2017, prima della fine legislativamente fissata dell’anno accademico al termine del quale, per legge, doveva essere collocato a riposo”. L’ultimo caso di una serie di presunte anomalie sulle quali si chiede “quali iniziative intenda assumere il ministro per porre rimedio alle criticità segnalate e arginare le conseguenze negative nei confronti dei soggetti coinvolti, dell’intera comunità accademica dell’Università di Foggia e dell’immagine dell’Università italiana in generale”.

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