Il Miur assegna i fondi per i progetti ma, con una modifica in corso d’opera, la sovrattassa d’Ateneo passa dal 10% delle spese generali al 13% del totale finanziato, per una differenza di oltre un milione di euro. Serviti non per la ricerca, ma per spese di sistema e stipendi e per far quadrare i conti con lo scopo di non perdere il finanziamento. Una modifica che, insieme ad altre condizione imposte a progetti già iniziati, due professori dell’Università di Foggia non hanno voluto accettare. Come è finita? Che sono stati rimossi e sostituiti da altri professori, alcuni dei quali avrebbero firmato dei time sheet falsi, rendicontando ore lavorative precedenti alla data in cui sono subentrati ai due colleghi. Questa, almeno, la denuncia contenuta nell’esposto per falso in atto pubblico e frode al Miur presentato un anno fa dai due docenti del Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente dell’Università di Foggia. Esposto di cui dà notizia il quotidiano foggiano l’Attacco e che ilfattoquotidiano.it ha potuto consultare. Nella denuncia Alessandro Del Nobile e Diego Centonze, professori ordinari presso l’Università, segnalano presunte irregolarità nella rendicontazione del Pon Ricerca e Competitività 2007- 2013, ottenuto dai gruppi di ricerca del Distretto Agroalimentare Regionale, il DA.Re, tra i cui soci c’è anche l’Ateneo foggiano. Irregolarità che sarebbero avvenute dopo la loro sostituzione. Contattati da ilfattoquotidiano.it il rettore dell’Università di Foggia Maurizio Ricci e Milena Sinigaglia, prorettore dell’Università e presidente del DA.Re si dicono “assolutamente fiduciosi circa l’intervento della magistratura” e sulla possibilità che tutto sarà chiarito “rilevando ovviamente la piena legittimità dell’operato del DA.Re sia per le contestazioni sollevate, sia per l’effettiva consistenza scientifica dei progetti elaborati dal Distretto”.

I PROGETTI – Tre i progetti per i quali secondo i due docenti, invece, sarebbero stati consegnati documenti falsi e rendicontazioni irregolari: il Pro.Ali.Fun sulla produzione di alimenti funzionali, l’Info-Pack, acronimo di “Soluzioni innovative di Packaging per il prolungamento della shelf life dei prodotti alimentari (di cui Del Nobile era responsabile scientifico) e il SiMiSa sugli strumenti innovativi per il miglioramento della sicurezza alimentare. Progetti finanziati nell’ambito del Pon Ricerca e Competitività 2007-2013, con l’obiettivo di promuovere iniziative nei campi della ricerca scientifica, della competitività e dell’innovazione industriale in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. In totale 6 miliardi di euro, di cui la metà assicurata dal cofinanziamento dell’Ue tramite il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. In vista di un decreto emesso a ottobre 2010 dal Miur, il DA.Re ha emanato un avviso per sollecitare la presentazione di idee progettuali nel settore agroalimentare. Quelle idonee sono state raggruppate in cinque macroprogetti da presentare al Ministero. Per essi al DA.Re sono arrivati oltre 40 milioni di euro (utilizzati da enti di tutta la regione). Dieci sono andati all’Università di Foggia. Al fine del finanziamento erano fondamentali le specifiche competenze, esperienze e professionalità dei docenti che avevano preso parte all’ideazione e alla stesura del progetto.

LA RENDICONTAZIONE DELLE SPESE – Necessaria una premessa. I progetti si dividono in due macrocategorie: quelli per i quali c’è bisogno esclusivamente di una rendicontazione scientifica, ossia di dimostrare che l’obiettivo è stato raggiunto e quelli per i quali è necessario anche una rendicontazione economica. In quest’ultimo caso, bisogna fornire giustificativi (come fatture e cedolini) per le varie voci di spesa (dal personale, alle consulenze) tranne una, quella delle “spese generali”, per le quale il Ministero non chiede giustificativi, calcolandole in modo forfettario sul costo del personale. Nel caso specifico, mentre a titolo di cofinanziamento l’Università di Foggia ha messo a disposizione del progetto il proprio personale docente per un determinato ‘monte ore’, a titolo di autofinanziamento, in base al regolamento in vigore quando il progetto è partito, l’Università avrebbe incamerato una quota pari al 10% delle spese generali (quelle non rendicontabili). Si tratta della cosiddetta overhead, una percentuale decurtata dal budget a disposizione del docente. Con queste premesse il progetto è è stato avviato il 1 novembre 2011, senza che si avesse conferma, come spesso accade, che i soldi sarebbero arrivati. Conferma giunta solo molti mesi dopo.

Nel frattempo, però, l’Ateneo ha dovuto fare i conti con la riduzione del Fondi di finanziamento ordinario, una delle principali fonti di entrata per le università italiane. Nella seduta del CdA dell’Università tenutasi il 26 febbraio del 2013 l’allora pro rettore Giuseppe Carrieri ha ricordato proprio la riduzione del FFO del 5%, pari ad una decurtazione di 5 milioni di euro nel periodo 2008-2012. Una batosta, dato che il costo stimato del personale nel 2013 superava i 37 milioni di euro. Cosa si è deciso di fare? È stato nominato un gruppo di lavoro con il compito di proporre una revisione del regolamento in vigore in materia di autofinanziamento. E la soluzione è stata trovata eccome: si è deciso di aumentare l’overhead dal 10% delle spese generali al 13%, ma stavolta del finanziamento totale. In pratica è stata modificata retroattivamente non solo la quota dell’autofinanziamento, ma anche il parametro di riferimento di tale percentuale che non era più quello delle spese generali bensì quello del budget complessivo del progetto. Nella denuncia, inoltre, si specifica che per il 5% queste risorse andavano a “spese amministrative di supporto al progetto”, per l’8% a “costi generali dell’Ateneo”. Tanto che in un seduta della giunta del Dipartimento di Scienze Agrarie, la stessa giunta ha definito il contributo dell’8% per i costi generali dell’Ateneo come “eccessivo e tale da poter compromettere l’esecuzione stessa dei progetti”.

LA SOSTITUZIONE DEI DOCENTI – Ma le modifiche non si sono limitate solo agli aspetti economici. Del Nobile e Centonze denunciano che, in base a quanto stabilito dal cda, i docenti responsabili avrebbero dovuto garantire il pieno raggiungimento degli obiettivi progettuali, nonostante i fondi fossero ridotti rispetto a quelli iniziali, attraverso un atto di impegno. I due docenti, Del Nobile e Centonze, autori dei 3 progetti, si sono rifiutati. Il risultato? Dopo un anno e mezzo di lavoro su quei progetti, sono stati rimossi, insieme ai loro collaboratori e sostituiti da altri colleghi il 10 aprile 2013. E non tutti i nuovi docenti, secondo la denuncia, hanno dovuto firmare l’atto d’impegno che a loro era stato imposto. Di più. L’erogazione del finanziamento dei progetti era condizionata dalla rendicontazione anche dei costi per il personale calcolati in ore di lavoro. Pur di incamerare i fondi, secondo i due professori, 15 docenti avrebbero firmato dei time sheet falsi, rendicontando ore lavorative precedenti al 10 aprile del 2013, quando ancora non erano impegnati su quei progetti, perché in quel periodo Del Nobile e Centonze non erano ancora stati sostituiti.

LA REPLICA DELL’UNIVERSITÀ – “Quanto agli accertamenti della Magistratura attraverso la Guardia di Finanza desideriamo solo ricordare che questo Ateneo ormai da diversi anni ha con tale Corpo proficui e intensi rapporti di collaborazione, finalizzati all’emersione di irregolarità e alla cultura della legalità” hanno dichiarato rettore e prorettore dell’Università, aggiungendo: “Saremmo, comunque, ben felici di collaborare con la Guardia di Finanza, se non fosse che nessun sequestro degli atti – ad oggi – è mai avvenuto né presso il DA.Re, né presso l’Università di Foggia”.

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