Cultura

Nuoro capitale della cultura 2020, la candidatura dedicata alle donne che lavorano per il riscatto della Barbagia

La città del Nobel per la letteratura Grazia Deledda, di Salvatore Satta giurista e scrittore raffinato, del pittore Antonio Ballero e dello scultore Francesco Ciusa è tra le 31 in corsa per il riconoscimento. Ecco le storie di chi è tornato per mettere le proprie competenze a disposizione del territorio. Dalle ragazze di MarraNu alla grafica che ha inventato un nuovo font tipografico

di Monia Melis

Quelle che ritornano per promuovere la cultura barbaricina - 2/4

Come le fondatrici, tutte trentenni, di MarraNu. Giulia Nieddu è la portavoce, un’archeologa. Insieme a Elisabetta Amatori, che ha studiato arti grafiche a Faenza dove ha vissuto fino al 2010, a Grazia Brocca – una laurea in lingue e ora animatrice socio-culturale dopo l’esperienza da group leader in progetti Erasmus Plus – e Chiara Chierroni, musicista ed etnomusicologa. A cui si aggiunge appunto l’unico uomo del gruppo, Francesco Delogu, odontoiatra e creativo, che ha un legame sentimentale con una ragazza del gruppo. I cervelli di ritorno puntano alla promozione culturale con metodi alternativi. “Un esempio? il nostro progetto pilota ‘IncantaMundu – spiega Nieddu –. Abbiamo creato un percorso fino all’oggetto finale: un biscotto come mezzo immediato che veicoli il mondo magico di Eugenio Tavolara, il designer e scultore sassarese. Abbiamo preso come modello i suoi animaletti che circondano la Vergine nel portone della Chiesa della Solitudine sull’Ortobene. Hanno forme da culto pagano, erano stati commissionati da Ciusa Romagna e realizzati tra il 1953 e il ’54. Quindi abbiamo creato dei prototipi con le stampanti 3D e per gli stampini definitivi ci siamo affidate alla BAMDesign, un’azienda di livello dell’artigianato metallico”. Così i tradizionali papassini di Nule hanno incontrato la magia e la simbologia di Tavolara.

MarraNu poi collabora con altre realtà: dagli enti pubblici fino all’Ente musicale di Nuoro che cura – da trent’anni – Nuoro jazz. E poi c’è, appunto, la candidatura a Nuoro 2020: “C’è un buon fermento – racconta Giulia – in tanti son tornati e l’idea di base è anche quella di combattere la crisi, soprattutto economica che attanaglia ovviamente il settore culturale”. Durante la Notte dei ricercatori il gruppo è riuscito a coinvolgere i nuoresi e a farli ripensare alle distanze, ai servizi e alle esigenze della loro città: “Abbiamo realizzato un sondaggio da toccare con mano, realizzato su un panno: una mappa dei desideri con i quartieri. Per dare il la abbiamo fornito proposte e idee che derivano dalle nostre esperienze non sarde. Poi, semplicemente, abbiamo ascoltato. Nel ‘cassetto dei sogni’ tutti hanno depositato la loro richiesta: dal mare voluto dai bimbi, fino al cinema in città”. Perché non c’è il cinema? Sorride di gusto mentre spiega: “Sì, ma l’unico è nel centro commerciale della zona industriale, e quello aperto prima era gestito dal sacerdote che curava anche la scelta dei film…”.

Quelle che ritornano per promuovere la cultura barbaricina - 2/4
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