Ci piace sempre dire che le cose in Italia non funzionano (e in parte è vero). Ma per una volta non sottovalutiamo le nostre potenzialità. Milano è la candidata ideale per accogliere la sede dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), che per effetto della Brexit lascerà Londra. Per almeno due ragioni di merito. Innanzitutto la Lombardia, con 28mila addetti nel settore farmaceutico e 18mila addetti nell’indotto, è la prima regione farmaceutica in Italia e in Europa.

E in generale il nostro Paese è il secondo produttore di farmaci nell’Unione a 27, dopo la Germania. Nel comparto vantiamo un fatturato di circa 30 miliardi l’anno, soprattutto grazie all’export (che vale il 70 per cento). Contiamo più di 200 aziende e 130mila addetti ai lavori. Dal 2010 al 2016 è il primo settore per crescita nella nostra economia. Lo scorso anno le imprese del farmaco hanno investito 1,5 miliardi di euro in Ricerca e sviluppo, il sette per cento del totale nel Paese. Non dimentichiamoci poi, che siamo un esempio di buona sanità e benessere. Secondo il rapporto Ocse 2017, l’Italia è al quarto posto tra i paesi sviluppati per aspettativa di vita, con 82,6 anni nel 2015. E la nostra Agenzia del farmaco è tra quelle che riesce a strappare prezzi più bassi in Europa per i farmaci salvavita. 

Se l’Ema viene trasferita in Italia potrebbe essere anche un invito alla politica a fare meglio. Avere i riflettori puntati, magari suggerirebbe al governo di investire molto di più per la sanità in generale e per il fondo dei farmaci oncologici e innovativi, che fino adesso valeva 500 milioni di euro. Ma dall’anno prossimo peserà per 825 milioni e dovrà essere compreso nel Fondo nazionale, sottraendo risorse per i Livelli minimi di assistenza (Lea) e il resto. Nel pacchetto della manovra di Bilancio 2018, ora all’esame del Parlamento, per la Sanità si prevede infatti l’ennesimo piano lacrime e sangue.

È vero che il Fondo, stando alla bozza, aumenterà di un altro miliardo, passando dai 112,5 del 2017 a 113,4 (che sono anche tre miliardi in più rispetto al Fondo del 2015) ma questi soldi non sono abbastanza. La Conferenza delle regioni ha calcolato che manca più di un miliardo (1,3 miliardi) per il rinnovo dei contratti dei medici ospedalieri e di base. Figurarsi per le nuove assunzioni, urgentissime ma destinate a rimanere un miraggio. 

Milano è una delle 19 candidate per la sede dell’Ema, insieme a Barcellona, Amsterdam, Copenhagen, Vienna, Atene, Bonn, Bruxelles, Bucarest, Bratislava, Dublino, Helsinki, Lille, Malta, Oporto, Sofia, Stoccolma, Varsavia e Zagabria. Domani gli Stati membri andranno al voto. Vince la città che riuscirà a ottenere tre punti elettorali (su sei a disposizione di ciascuno Stato) da almeno 14 Stati su 27. Incrociamo le dita. 

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