Vigilia di tensione in Venezuela in vista del voto di domani, indetto dal presidente Nicolas Maduro, per eleggere un’Assemblea costituente che redigerà una nuova Costituzione, con rigide misure di sicurezza in vigore e opposizione e comunità internazionale che respingono l’elezione. In 53 delle 335 circoscrizioni sono stati registrati fatti di violenza politica, che si inseriscono nel contesto dell’ondata di proteste cominciata il 1° aprile scorso, il cui bilancio aggiornato è di 109 morti, centinaia di feriti e circa 5mila fermati. Le forze armate chiamate a garantire lo svolgimento del voto di domani con il dispiegamento di 200mila uomini hanno fatto sapere che tratteranno qualunque “minaccia” con un “uso proporzionato della forza”.

Il clima di tensione ha indotto diverse compagnie di volo, in ultimo anche Air France e Iberia a sospendere partenze e arrivi a Caracas da domani e fino a martedì prossimo. La compagnia spagnola ha spiegato oggi in un comunicato che la sospensione dei suoi voli da Madrid a Carcas è dovuta alla “delicata situazione in Venezuela e le difficoltà operative e di sicurezza”. Air France aveva annunciato ieri una misura analoga.

La situazione è seguita con particolare preoccupazione anche negli Stati Uniti: il vicepresidente Mike Pence ha parlato al telefono con il leader oppositore venezuelano Leopoldo Lopez, attualmente agli arresti domiciliari dopo essere stato condannato a oltre 13 anni di carcere e gli ha assicurato, a nome del presidente Trump, che “gli Usa sono a fianco del popolo venezuelano”. E anche la Colombia ha fatto sapere che non riconoscerà la validità del voto per la Costituente.

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