La Camera ha approvato con 218 sì, 124 no e 36 astenuti il disegno di legge concorrenza, che essendo stato modificato deve ora tornare al Senato. Cosa che la settimana scorsa ha suscitato le proteste del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, secondo cui gli ultimi emendamenti avrebbero dovuto essere ritirati per evitare un ulteriore slittamento del testo che è all’esame del Parlamento da ben due anni e mezzo. Contro hanno votato i deputati di Forza Italia, Di (ex Cor), M5S e Sinistra italiana. Si sono astenuti Civici ed Innovatori e Mdp.

Cinque le modifiche introdotte a Montecitorio rispetto al testo approvato al Senato con la fiducia. Le prime quattro sono arrivate in commissione. Per quanto riguarda il passaggio al mercato libero dell’energia, fissato al primo luglio 2019, a seguito delle correzioni richieste anche da Fi risultano cancellate le aste per i clienti ‘tutelati’ che a quella data non avranno ancora scelto un nuovo fornitore. Torna inoltre la possibilità di rinnovo tacito per le polizze danni (esclusa la Rc auto). E’ stato cancellato l’emendamento sul telemarketing introdotto al Senato, che secondo il Garante della privacy avrebbe aperto la strada alle chiamate selvagge anche se l’intento dei firmatari era obbligare l’operatore del call center a chiedere all’utente il consenso a ricevere la telefonata. Sono stati poi reintrodotti vincoli più restrittivi per le società di odontoiatria in termini di abilitazione dei componenti.

L’Aula poi ha dato il via libera a un emendamento M5S, riformulato, che garantisce la bonifica dei terreni precedentemente utilizzati da distributori dismessi di carburanti se viene accertata contaminazione. In più è passato un ordine del giorno che impegna il governo ad intervenire a livello legislativo “affinché l’attività dei web influencer sia regolata, permettendo ai consumatori di identificare in modo univoco quali interventi realizzati all’interno della rete internet costituiscano sponsorizzazione“. L’Unione Nazionale Consumatori, che aveva sollevato il problema dei selfie sponsorizzati e più in generale della pubblicità camuffata sui blog e i social network dei personaggi famosi, ha presentato nei mesi scorsi un esposto all’Antitrust e chiesto l’intervento anche dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Le altre misure già previste dal ddl e non modificate dalla Camera sono lo stop del monopolio di Poste sull’invio di multe e notifiche, previsto per settembre 2017, gli sconti sull’Rc auto per chi installa la scatola nera e per chi non causa incidenti da almeno 4 anni ma vive nelle province a più alto tasso di sinistri stradali, il tetto massimo del 20%, su base regionale, per il controllo, diretto o indiretto, di farmacie da parte delle società di capitali, la “norma Booking” che consente agli albergatori di praticare prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli offerti da intermediari terzi anche online.

Tante le occasioni perse: i farmaci di Fascia C continueranno a essere venduti solo in farmacia, per costituire srl semplificate servirà l’intervento del notaio, le società di avvocati dovranno ancora avere fra i soci, per almeno due terzi del capitale sociale, avvocati iscritti all’albo e non è stata approvata la norma salva-Flixbus contro lo stop alla società tedesca di trasporti su autobus low cost.

Articolo Precedente

Banda larga, nuovo round Tim-governo. L’ad: “Bandi? Se ad hoc, meglio non farli”. Calenda: “Linguaggio fuori luogo”

next
Articolo Successivo

Fininvest, rosso di 120 milioni nel 2016: pesano lo scontro con Vivendi e le perdite del Milan. Niente dividendi ai Berlusconi

next