Trasporti

Manovrina, dietro l’emendamento anti-Flixbus la deputata Pd moglie del sindaco di un concorrente

Il testo approvato in commissione è identico a quello della Covello, sposata con Andrea Di Donna. Che siede nel collegio sindacale della Simet, società di trasporti su gomma

2 Giugno 2017

La moglie propone l’emendamento che diventa legge e favorisce anche la società nel cui collegio sindacale compaiono il marito e il cognato. Sembra esserci il Pd calabrese dietro la “norma anti-Flixbus” approvata ieri nelle pieghe della manovrina. O meglio, dietro l’emendamento passato in commissione Bilancio il 27 maggio potrebbe esserci la deputata Stefania Covello che nei giorni scorsi non ha gradito la mancata riconferma nella segreteria nazionale del Pd. Figlia dell’ex senatore Dc Franco Covello, la sua è una vita e una famiglia dedicata alla politica. Prima di essere fulminata sulla via del renzismo, infatti, nel 1997 la Covello è stata consigliere comunale di Forza Italia a Cosenza per poi passare nella Margherita.

Abbiamo provato invano a contattarla per farci spiegare cosa è successo con l’emendamento che prende il nome dall’azienda di autobus “low cost” che, da ottobre, rischia di chiudere perché, con la “manovrina”, le uniche società che possono ottenere la licenza per il trasporto sulle strade italiane sono quelle che possiedono autobus. Flixbus, invece, è una sorta di “Uber dei pullman”. La società tedesca è una piattaforma online in grado di gestire prenotazioni e servizi operando attraverso una cinquantina di piccole compagnie locali. Non ha autobus di proprietà e questo le preclude l’autorizzazione del ministero dei Trasporti.

È la seconda volta che il partito trasversale prova a fare un regalo alle lobby delle autolinee che, negli ultimi anni, hanno poco gradito l’avvento di Flixbus colpevole di aver rivoluzionato la mobilità nel nostro Paese abbattendo i costi per chi intende viaggiare in Italia e in Europa. Già era avvenuto con il Milleproroghe a febbraio e il copione si è ripetuto ieri alla Camera.

Qui torna in scena la deputata Covello che, ufficialmente, non è la firmataria della proposta di modifica approvata dalla Commissione. La norma “anti-Flixbus”, infatti, porta il nome della deputata Liliana Ventricelli, sempre del Pd. Le parlamentari il 15 maggio scorso avevano presentato due emendamenti che, in un primo momento, erano stati accantonati dalla commissione Bilancio. Il 27 maggio, mentre non si avevano più notizie della proposta della deputata calabrese, è passato l’emendamento della Ventricelli, riformulato e corretto, magari “a sua insaputa”. La deputata pugliese nei giorni scorsi ha dichiarato a Repubblica di non sapere nulla della modifica e che non era neanche in aula quando è stata inserita nella “manovrina”.

Ma è proprio leggendo il testo dell’emendamento 27.24 della Ventricelli che misteriosamente appare la proposta 27.39 della calabrese Covello, ufficialmente impantanata in Commissione. Uno strano “copia e incolla” di cui nessuno si vuole prendere la paternità. Anche perché se da una parte la Manovrina e l’emendamento anti-Flixbus oggi sono legge, dall’altra la Camera ha approvato un ordine del giorno con cui si impegna ad eliminare la norma appena votata.

Il problema è che il testo della deputata calabrese, improvvisamente comparso nell’emendamento Ventricelli, favorisce le altre aziende di trasporti e tra queste anche una delle principali rivali di Flixbus, la Simet che ha sede a Rossano, in provincia di Cosenza, e che nel collegio sindacale vede i fratelli Andrea e Luca Di Donna, rispettivamente marito e cognato di Stefania Covello. Nella sua dichiarazione di voto alla Camera, la deputata del Pd ha affermato: “Noi il lavoro lo difendiamo sempre”. Forse anche quello dei familiari.

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