Dai processi ai giornalisti per la divulgazione di atti sulle vicende legate al Monte dei Paschi di Siena, alle liste contro i giornalisti stilate dai politici. Come reagisce il potere al giornalismo d’inchiesta? Questo il tema del panel, tra i tanti al Festival del giornalismo di Perugia, che vede tra i relatori anche il cronista del Fatto Davide Vecchi, sotto processo per aver rivelato lo scambio di mail avvenuto tra David Rossi, l’ex capo dell’area comunicazione di Mps precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013, e l’amministratore delegato Fabrizio Viola. “Ho avuto ripercussioni, ma non ho timore per l’esito del processo: so di aver rispettato le regole deontologiche”, spiega il giornalista. “Violazione della privacy? Accusa singolare che, vista da fuori – magari sbagliando – ha il sapore della reazione”, commenta Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it, anche lui tra i relatori dell’incontro. Quanto ai politici? “Ogni volta che si parla di un politico, si viene tacciati di essere pagati dalla parte opposta”, spiega la cronista giudiziaria del Corriere della Sera, Fiorenza Sarzanini. “Ho visto nei confronti di noi giornalisti – che ci siamo occupati dell’amministrazione Raggi e siamo stati denunciati all’Ordine dal vicepresidente della Camera Luigi Di Maio – attacchi che non stento a definire da regime totalitario”
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