Poi arrivano i video, da chi esprime considerazioni sui responsabili dell’attentato – “la veranda del bistrot Comptoir Voltaire non è saltata in aria, i danni all’interno del locale sono modesti per essere stato un kamikaze. E in più c’è poco sangue” – fino a chi “smaschera” l’intervento di un giornalista di Fox News. Bene: la figlia di un giornalista della rete, Geraldo Rivera, parla dopo gli attentati e spiega che la figlia si trovava allo Stade de France, quando ha sentito nitidamente tre esplosioni. Ma compare una scritta in sovrimpressione: “Ma chi mai farebbe tutta quella strada, dagli Usa alla Francia solo per andare a vedere una partita di calcio?”. In più, gli “ospedali francesi erano stati avvisati dalle autorità poche ore prima di un attacco”: nel corso della mattinata, infatti, c’era stata un’esercitazione alla quale avevano partecipato medici d’emergenza e personale sanitario. “Esercitazioni che hanno provocato la morte di 150 persone”, si legge sui siti cospirazionisti online. Ma questi tipi di operazione in Francia si sono intensificati dall’attacco di Charlie Hebdo, per testare la prontezza dei soccorsi in caso di sparatorie di massa. A destare i dubbi degli utenti subentrano anche i passaporti degli attentatori che “magicamente” sopravvivono agli attacchi e vengono ritrovati a pochi metri dal punto in cui si sono verificate le esplosioni.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez