“L’Eni non si presenta, ecco la serietà di questa grande azienda”. La più importante azienda energetica italiana non ha partecipato al confronto tecnico organizzato con Regione Piemonte e i rappresentanti delle attività produttive della zona di Carpignano Sesia, nel Novarese, sullo scavo di un pozzo petrolifero. Due anni fa l’Eni, senza avvisare la popolazione, depositò la richiesta per scavare un pozzo per l’estrazione di idrocarburi che spinse gli abitanti di Carpignano a mobilitarsi in massa, costituendo il Comitato Dnt (Difendiamo il nostro territorio). “Qui – spiega Marcello Marafante – produciamo prodotti agroalimentari di eccellenza, con un pozzo petrolifero tutto verrebbe contaminato e la nostra economia distrutta”. Anche dalla giunta regionale, guidata da Sergio Chiamparino, sembra arrivare un segnale di stop alle trivellazioni. Ma è una corsa contro il tempo: plausibilmente dopo l’estate, il Piemonte tornerà al voto a causa dello scandalo firme false, con la giunta che potrebbe non avere la possibilità di bloccare le trivellazioni   di Cosimo Caridi

 

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