I recenti tragici fatti di Parigi hanno fatto passare in secondo piano le farse di casa nostra. Del resto la politica italiana va, ormai, al tempo dei gossip, dei pettegolezzi, della cronaca minuta: le notizie si consumano, infatti, nel giro di qualche ora, e giorno dopo giorno vengono dimenticate, una dopo l’altra. Questo, perlomeno, sembra essere successo per il caso della “norma salva-Berlusconi”. Qualche ora di putiferio, indignazione, e poi più nulla. Renzi tranquillizza, e noi dimentichiamo.

Ora, certo non è stata una “mano invisibile”, né lo Spirito Santo, ad inserire nel decreto fiscale un piccolo articolo 19 bis che consentirebbe a Berlusconi di “ripulirsi”. Né, pare, l’aggiunta è stata la conseguenza di una semplice “svista” se, come rivelato dalla stampa, di essa se ne parlava fin da prima Natale, nelle serrate trattative che continuano ad accompagnare il patto del Nazareno. Di chi è dunque la “manina”? E’ mia, dice ora Renzi, è dell’avvocato Coppi, dicono altri. Risultato: è di tutti, e quindi di nessuno.

Ma gli italiani non avrebbero il diritto di sapere chi davvero è il responsabile di quell’aggiunta? Possibile che le opposizioni – ed il M5S per primo, ovviamente – non abbiano neppure chiesto al governo di riferire in Parlamento?

Tutto sembra passare nell’indifferenza, persino cose che – forse soltanto dieci o anche cinque anni fa – sarebbero state considerate impossibili: come una sinistra al governo che, di sua iniziativa, tenta di far passare un provvedimento a favore di Berlusconi. Possibile che nessuno ricordi più l’Italia del “caimano”, de la Repubblica che pubblicava le “dieci domande” contro Berlusconi, della sinistra, del «resistere, resistere, resistere»?

Ed ecco che, con la politica diventata una semplice cronaca scandalistica, tutto si dimentica: così il coinvolgimento – reale o presunto, non lo sapremo mai – del ministro Poletti nel caso di “Mafia Capitale”, così la “manina” del salva-Berlusconi. Nessuna richiesta di chiarimenti, nessuna interrogazione parlamentare. I giornali servono ormai, paradossalmente, a far dimenticare le informazioni che danno. Il che non può che far piacere a chi ha capito che ormai si governa a colpi di tweet.

Poletti resta al suo posto e il caso del 19 bis è già stato archiviato.

 

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