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Piste ciclabili: anche il ministro Lupi contro il ‘contromano’

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Ci mancava solo l’intervento del ministro Lupi per dare “una botta di autorevole competenza” alle dichiarazioni contrarie al contromano dei ciclisti in strade con il limite dei 30 km orari e che abbiano una ampiezza sufficiente! Ma, come lui sostiene, se dice queste cose, lo fa solo per tutelare i ciclisti che probabilmente, sempre secondo lui, non sono tutelati sufficientemente dalle loro associazioni che fanno proposte assurde tali da mettere a repentaglio la loro incolumità.

Ovviamente anche gli assessori alla mobilità di Torino, Milano, Roma, Reggio Emilia, Bolzano, Lodi, Pesaro sono dei pericolosi soggetti, visto che non solo sostengono la proposta, ma addirittura la applicano, senza che si siano verificate, nelle loro città, le stragi paventate dal ministro.

Era partita bene, in Commissione trasporto della Camera; sembrava una buona occasione per essere europei, in senso positivo.

Infatti, in occasione di una nuova revisione del nostro codice della strada, si era proposto che, anche in Italia, con diverse limitazioni: su decisione dei Sindaci, nelle zone 30 e nelle strade che abbiano una certa ampiezza, i ciclisti potessero andare contromano, cosa che consente loro di abbreviare i tragitti.

Invece no, un’altra occasione persa, grazie ai componenti di Scelta “civica” (supportati da un parere del competente Ministero), in commissione trasporti.

Ma se i componenti di Scelta civica sono stati i proponenti, anche chi ha appoggiato la proposta ne è responsabile.

Ma andiamo per ordine.

Chi viaggia in Europa, sia nelle piccole che, soprattutto, nelle grandi città, può notare, oltre alla estesa mappa di piste ciclabili sicure, anche la possibilità di andare contromano in alcuni sensi unici. E’ possibile, perfino a Parigi, solo per fare un esempio!

Da uno studio tedesco del 2002 emerge che il numero di ciclisti contromano è lo stesso con e senza autorizzazione e che più la strada è stretta, più è sicura.

L’esperienza dell’estero dimostra inoltre che questa possibilità non ha provocato un significativo aumento di incidentalità, proprio per il fatto che, in questi casi, i ciclisti e gli automobilisti sono l’uno di fronte all’altro e quindi possono vedersi facilmente.

Gli incidenti con i ciclisti, infatti, avvengono negli incroci e/o nelle ore notturne, anche a causa dei cattivi comportamenti dei ciclisti stessi, oltre che di quelli degli automobilisti.

Ricordiamo comunque che, in questi casi, i danni più gravi non li subiscono certamente coloro che viaggiano su quattro ruote.

Le associazioni dei ciclisti, sostenute anche da alcune importanti amministrazioni comunali protestano e chiedono che in Aula la norma incriminata sia rivista.

Vedremo quali forze politiche faranno una “scelta europea”.

Vedremo cosa faranno le forze politiche soprattutto quelle che si riempiono la bocca (ed i programmi) di mobilità sostenibile, per acchiappare voti e poi progettano costose e spesso inutili grandi opere di viabilità su gomma, come l’assurdo prolungamento autostradale della Brennero da Campogalliano a Sassuolo, con un contributo statale di circa 250 milioni di euro.

Con quei soldi quante ciclabili sicure si farebbero?

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