Il risultato è sorprendente anche se solo a causa della nettezza con cui il leader dei Cinque stelle era intervenuto sul tema. Grillo, infatti, quando i suoi senatori si erano pronunciati a favore dell’abrogazione del reato, aveva bloccato tutto: “Con queste posizioni avremmo preso lo zero virgola”. E poi aveva chiesto di vincolare i gruppi parlamentari alle scelte prese dal movimento. Scelta giunta oggi con questi dati: 15.839 hanno votato per l’abrogazione del rato, 9.093 per il mantenimento. Il 63,5%, una maggioranza consistente. I votanti, infatti, sono stati 24.932. Gli aventi diritto erano gli iscritti certificati al 30 giugno 2013, pari a 80.383. Si può dire quello che si vuole sulla consultazione. I numeri possono dare adito a critiche quando non a derisioni (soprattutto da parte Pd). Eppure, si tratta di numeri, relativi agli iscritti al Movimento, non dissimili da quelli che riguardano tutti i congressi o le consultazioni di partito. Solo che negli altri partiti non si è chiamati a scelte simili. Non si fanno voti diretti, primarie a parte. Certo, il modo improvviso e “a sorpresa” con cui è stato indetto il referendum del 13 gennaio può stupire. Il suo esito, però, costituisce un dato interessante ai fini del profilo che il Movimento sta via via assumendo.
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