Su questo blog scrivo da tempo che il M5S subisce il peso del “capo”, cioè Beppe Grillo, che detta la linea dopo essersi consultato con Casaleggio (il vicecapo). I parlamentari pentastellati hanno vissuto gli ultimi tre mesi con la paura di dire qualcosa di sbagliato, che sarebbe stato poi smentito con un post sul blog dalla coppia Grillo-Casaleggio. O peggio: rischiare perfino l’espulsione.

Naturalmente, era chiaro – e cercavo di spiegarlo in altri post – che il fenomeno avrebbe minato le fondamenta del Movimento, che pure ha un ruolo importante nella democrazia italiana ingessata dai partiti divoratori. Le loro battaglie sono sacrosante: rinuncia al finanziamento pubblico, leggi anticorruzione, acqua pubblica, ecnonomia verde, ecc. Eppure, i parlamentari del M5S sono caduti nella trappola di copiare il modello comunicativo del capo, che da vent’anni è “io contro tutti”. Ed è diventato “noi contro tutti”, che però in politica non funziona.

Lo ha capito bene Berlusconi, che fonda la sua politica sulla percezione della realtà. Non la realtà – attenzione – ma la percezione. E’ un fondamento della comunicazione persuasiva e manipolativa, roba che si trova nei manuali di ipnosi e Pnl. Ad esempio, l’abolizione dell’Imu. Durante la campagna per le elezioni politiche il mio pizzaiolo, Umberto, di Agerola, mi confidò che voleva votare Grillo perché “tutti i partiti fanno schifo e lui è la novità”. Poi Berlusconi annunciò la bufala della restituzione in contanti dell’Imu e Umberto cambiò idea. “Hai capito? Mi restituisce i soldi dell’Imu che ho pagato per gli immobili che ho ad Agerola!! Io voto Berlusconi!”.

Sono milioni gli italiani che vivono di percezione della realtà. Sono figli della televisione, maestra della realtà falsata. Ma nella comunicazione vince ciò che si percepisce come vero, non necessariamente la verità. E ciò vale sopratutto quando una qualsiasi bufala è ripetuta in modo martellante da tutte le televisioni e dagli organi di informazione: diventa verità. E serve a poco, come fa Grillo sul suo blog, confrontare i numeri delle precedenti elezioni amministrative con quelle del 2013 per dimostrare il calo dei partiti: l’elettorato ha “percepito” il calo dei consensi del M5S rispetto alle elezioni politiche. Non si mette a fare i conti con la calcolatrice. Guarda la tv e legge i giornali, costruendo un’immagine della realtà. 

Come poi abbiamo visto, l’Imu non è stata abolita. Il pagamento è stato spostato in avanti di qualche mese e non si se ci sono i soldi per resituire le quote pagate in precedenza dagli italiani proprietari di immobili. Ma Berlusconi ha subito annunciato: “L’Imu è una nostra vittoria!”. E l’elettorato “percepisce” come vera una cosa falsa.

Gli stessi responsabili della comunicazione nominati mesi fa da Casaleggio – Claudio Messora e Daniele Martinelli – alla prima uscita annunciarono che non avrebbero comunicato con i giornalisti. Fecero ridere la Rete e anche Maro Travaglio mise in risalto il macroscopico errore. E’ la logica del “noi contro tutti”  imposta dal modello comunicativo di Grillo. Per lui può andar bene, ma quando fa gli spettacoli. Ma per il M5S è un boomerang.

Cosa percepisce, infatti, l’elettorato? Finora i pentastellati – seguendo la linea del capo e vicecapo – sono stati percepiti come “quelli sono contro a prescindere”, quelli che “dicono sempre no“. Addirittura, come ha spiegato bene Peter Gomez nei giorni scorsi, sono percepiti come quelli che “parlano solo di scontrini“. La scorsa settimana ha poi fatto notizia la lista nera dei giornalisti con cui non bisogna  parlare. Non era necessario farlo sapere, bastava metterlo in pratica, declinando le richieste di interviste di quei giornalisti che sono effettivamente asserviti al potere.

Ritengo quindi che una delle cause che hanno prosciugato i voti del M5S rispetto alle politiche 2013, risieda proprio nel modello comunicativo del “noi contro tutti”. Quando si fa politica, bisogna anche fare i conti con la comunicazione e la percezione della realtà. Questo lo hanno capito bene i vecchi politici. Loro sono furbi.

 

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