Claudio Messora, blogger di Byoblu, in questo post pubblicato sul blog di Grillo ha tirato in ballo Viola Tesi, la ragazza di 24 anni che ha lanciato una petizione su Change.org in cui chiedeva al comico genovese di governare, di fare qualcosa per l’Italia, poiché lei crede nel M5S e l’ha votato. Byoblu ha però messo in pratica un “panino”, cioè tra due informazioni ne ha infilata una terza, indicando l’adesione della Tesi al Partito Pirata e accostando la ragazza alla figura ambigua di Marco Marsili, che invece col Partito Pirata non ha nulla a che fare.
Inoltre il blogger aggiunge che Marsili ha complottato contro il Movimento 5 Stelle,  dunque mette in dubbio anche la credibilità di Viola Tesi. Immediata la reazione dei grillini che l’hanno definita una “infiltrata” e mezza stampa italiana l’ha marchiata a caldo. Per capire che le cose stanno diversamente basta però controllare sul sito del Partito Pirata e leggere  l’ordinanza del Tribunale di Milano (RGN 72111/2011) che ha condannato Marsili per un uso illecito del nome “partito pirata”. Inoltre è interessante notare che il programma dei pirati è a favore della libertà in Internet, della cultura, della scuola, contro le banche e i poteri forti. Quindi ho intervistato io Viola Tesi.

Penso che il leader del M5S mostri macroscopiche contraddizioni e che il ruolo dell’informazione libera sia evidenziarlo, come per ogni altro soggetto politico. In un altro mio video – che allego sotto – ho dimostrato con una prova documentale che Grillo nel 2011 aveva detto agli attivisti cinque stellle di partecipare ai talk show. Al minuto 2.36 il comico dice in un video: “Andateci decisi”.
Ma poi, dopo un anno il leader del M5S caccia Federica Salsi e Giovanni Favia per aver partecipato ai talk show televisivi. Grillo dice dunque una balla ed espelle due attivisti con una balla. Come pure la balla che “uno vale uno” mentre Grillo-Casaleggio valgono più di tutti e cacciano chi dissente. Oppure la balla che in Rete decidono i cittadini, ma poi Grillo zittisce i parlamentari 5S stabilendo chi deve parlare. Forse allora ha ragione Viola Tesi quando mi dice: “Il dissenso nel Movimento 5 Stelle è gestito in maniera un autoritaria”.

 Il ruolo della libera informazione – quella vera – è dunque fare da “watch dog”, cioè da cane da guardia del potere, qualunque potere, e non scodinzolargli sotto casa.

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