Si è chiusa intorno alle 12,15, dopo poco meno di due ore, l’udienza in Corte Costituzionale sulla cosiddetta legge “Salva Ilva”, approvata a stragrande maggioranza il giorno prima di Natale dal Parlamento, che ha consentito all’azienda di tornare a produrre e a commercializzare l’acciaio dopo il blocco determinato dal sequestro in estate degli impianti dell’area a caldo. Un blocco solo formale poiché, per ragioni di ciclo integrato di produzione e complessità dei macchinari, gli impianti hanno continuato a funzionare e non si sono mai effettivamente fermati. Nel pomeriggio i giudici si riuniranno in camera di consiglio: la decisione potrebbe essere comunicata oggi stesso o domani. Ma intanto questa mattina una piccola rappresentanza di cittadini tarantini ha manifestato davanti a Montecitorio in attesa del verdetto. I manifestanti non si fanno illusioni: “Non abbiamo grandi aspettative soprattutto per il timore di rimanere delusi, abbiamo invitato i nostri amici a pregare”. A Taranto, intanto aumentano i casi di bambini e adulti ai quali è stato riscontrato piombo nel sangue e nelle urine. “Perché – si domandano i tarantini in Piazza Montecitorio – non ci siamo mobilitati prima? Perché prima questa notizia non veniva data né dai giornali, né dalle tv?”. C’è poi il problema delle sepolture che non si possono più eseguire “perché il terreno dove si trova il cimitero – spiegano – è inquinato. E non si possono muovere quei terreni imbrattati da minerali di ferro, non ci lasciano in pace neppure da morti”  di Manolo Lanaro

Articolo Precedente

Roma, gli acquedotti e le tombe fra tram e bagni pubblici

next
Articolo Successivo

Roma: chiude Malagrotta, si cerca un buco per la ‘monnezza’

next