Dal 20 luglio il deputato Pdl Alfonso Papa si trova nel penitenziario di Poggioreale, e ci resterà ancora: il giudice per le indagini preliminari, Luigi Giordano, ha infatti respinto la richiesta di scarcerazione avanzata dai  legali del parlamentare. I due avvocati avevano chiesto l’attenuazione della misura cautelare alla luce dello stato di salute di Papa, secondo loro “affetto da una forte depressione”. L’arresto era arrivato dopo l’autorizzazione della Camera dei deputati (319 sì contro 293 no), nell’ambito dell’inchiesta sulla P4, condotta dal pubblici ministeri Francesco Curcio ed Henry John Woodcock. Il parlamentare è accusato di associazione per delinquere, due ipotesi di concussione, ricettazione, favoreggiamento e rivelazione di segreto, anche se la Camera non ha autorizzato l’arresto per tutti i reati contestati nell’ordinanza di custodia cautelare. Nella decisione del gip, ha pesato probabilmente la posizione del Tribunale del Riesame di Napoli che due settimane fa aveva rigettato a sua volta la richiesta di scarcerazione.

I due avvocati, Carlo Di Casola e Giuseppe D’Aliese, che assistono Papa hanno deciso di rinunciare alla difesa perché definiscono “precarie” le condizioni del loro assistito. Protestano perché il gip Giordano non ha acquisito la cartella clinica del loro cliente, così come avevano chiesto. “In queste condizioni è impossibile esercitare un corretto diritto di difesa”, hanno spiegato i due legali in un incontro con la stampa. “Per noi è impossibile comunicare con il nostro assistito” perché dobbiamo fare “file interminabili in carcere” e compilare “20 mila pagine di documenti”.

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è indagato per associazione a delinquere

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