“Erano in due, si sono messi lì davanti. Un uomo e una donna, volti conosciuti. Non facevano nulla: controllavano, scrutavano, fumavano e ogni tanto salutavano qualcuno. Poi nel pomeriggio sono arrivati altri, hanno fatto un po’ capannello. Si davano il cambio”. Così alcuni testimoni oculari, votanti nei seggi di Nuova Ostia, raccontano a Ilfattoquotidiano.it la presenza di persone riconducibili al clan Spada davanti ai seggi della zona per tutta la giornata di domenica, in occasione del primo turno per le attese elezioni nel Municipio X di Roma, sciolto oltre due anni fa per mafia. Segnalazioni, evidentemente, giunte anche a Virginia Raggi, che da Aushwitz ha voluto lanciare il suo personale allarme: “Da sindaca quello che mi preoccupa molto sono queste segnalazioni inerenti alla presenza del clan Spada all’esterno di vari seggi”. Come noto, la famiglia Spada di Ostia – imparentata con altre “celebri” dinastie sinti come i Casamonica e i Di Silvio – è coinvolta attraverso molti suoi esponenti in inchieste giudiziarie relative a storie di racket, usura, corruzione e traffico di stupefacenti. Il fortino di questo clan risulta essere da sempre quello dei quartieri popolari del litorale, come Nuova Ostia e l’Idroscalo, dove proprio domenica alcuni suoi componenti sono stati visti sostare all’ingresso dei seggi di riferimento per tutta la giornata.

INTANTO CASAPOUND FA IL PIENO DEI VOTI – Quartieri, quelli più difficili del territorio lidense, dove si annunciava un risultato eclatante di Casapound, il cui candidato Luca Marsella poco prima del voto aveva ricevuto anche una sorta di “endorsement” via Facebook proprio da Roberto Spada, fratello incensurato (e non indagato né coinvolto in alcuna inchiesta) di Carmine “Romoletto” Spada, a sua volta boss del clan arrestato nei mesi scorsi. “So contento che sta settimana è terminata. E’ stata una settimana massacrante. Come se lo decido io quello che la gente deve fare”, ha detto proprio Roberto Spada – il quale viene indicato da alcune inchieste giornalistiche come il “reggente” del clan – in un video di “noia casalinga” postato domenica sera sul suo apertissimo profilo Facebook. E sebbene il risultato a Nuova Ostia e Idroscalo non sia stato “superiore al 20%”, come azzardato dallo stesso Marsella nella notte dello scrutinio, qui il candidato di estrema destra ha messo insieme ben 720 voti, oltre il 10% dei 6mila consensi racimolati in tutto il territorio, con una media del 14% sui voti totali (contro il 9% su base municipale). Va anche ricordato che per il resto l’esito della votazione in questi due seggi ha seguito il trend del territorio, con un testa a testa fra M5S e centrodestra e discrete prestazioni di Pd e sinistra.

È GIA’ CLIMA BALLOTTAGGIO – Intanto, sul litorale è già clima ballottaggio fra la pentastellata Giuliana Di Pillo e Monica Picca, candidata di Fratelli d’Italia e sostenuta dal centrodestra unito. Sempre dalla Polonia, dove è impegnata per il viaggio della memoria, Virginia Raggi ha commentato l’esito del voto affermando che “il Movimento 5 Stelle si conferma prima forza politica a Ostia: abbiamo praticamente raddoppiato i voti del 2013”. Dichiarazioni che hanno creato molte polemiche in quanto ad essere raddoppiato, rispetto alle ultime municipali, è il dato percentuale, salito dal 15% rimediato quattro anni fa da Paolo Ferrara al 30% ottenuto da Giuliana Di Pillo: l’imprecisione starebbe nel fatto che per Ferrara presidente votarono 15.082 persone, mentre le “ics” per Di Pillo sono state 19.777. Un dato comunque in crescita, ma non certo “raddoppiato”. Inoltre, sin dalla notte dello scrutinio, il Movimento 5 Stelle ha scelto come linea di comunicazione quella di comparare il dato elettorale alle elezioni municipali del 2013 e non alle comunali del 2016 (quando non si votò per il minisindaco, essendo il municipio commissariato) dove la stessa Raggi sbancò ottenendo 42.538 voti, pari al 43% dei consensi. All’attacco la candidata di Fdi, Monica Picca, secondo cui “è già partito l’avviso di sfratto al sindaco Raggi” e “oltre un punto al mese perso vuol dire che i cittadini hanno capito”, mentre per Fabio Rampelli “è finita la luna di miele del M5S”. Decisivi, probabilmente, saranno i voti che arriveranno da sinistra, dove la somma aritmetica dei risultati di Athos De Luca (Pd), Franco De Donno e Eugenio Bellomo (sinistra) avrebbe portato una ipotetica coalizione oltre il 25%, a ridosso del risultato del centrodestra. “Uniti si vince”, ripete da ieri il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, nella speranza che proprio questa schema possa portarlo alla riconferma alla Pisana. Ma questa è un’altra storia.

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