Il tribunale di Sorveglianza di Bologna si è riservato di decidere. Per sapere se il ricorso del difensore di Totò Riina verrà accolto o meno bisognerà attendere ancora qualche giorno. Per il capo dei capi di Cosa nostra, l’avvocato Luca Cianferoni aveva chiesto il differimento della pena o la detenzione domiciliare per motivi di salute.

Il procuratore generale, Ignazio De Francisci, nel suo intervento, ha chiesto che l’istanza dell’avvocato venga respinta. L’udienza è durata circa un’ora, a porte chiuse in una delle aule penali del tribunale, con Riina collegato in videoconferenza, dall’ospedale di Parma, dove è detenuto al 41 bis.

Il collegio dei giudici della Sorveglianza, presieduto da Antonietta Fiorillo, nel decidere sull’istanza dovrà tenere conto della recente pronuncia della Cassazione su un ricorso di Riina: la Suprema Corte aveva affermato l’esistenza di un “diritto a morire dignitosamente” e aveva scritto che il tribunale, nel motivare il precedente diniego, aveva omesso “di considerare il complessivo stato morboso del detenuto e le sue condizioni generali di scadimento fisico”. Durante l’udienza l’avvocato Cianferoni ha mostrato una relazione di quattro pagine dell’ospedale Maggiore di Parma, che certificherebbero “l’aggravarsi progressivo e netto del quadro clinico di Riina”.

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