Ultimo avvertimento per l’Italia da parte della Commissione europea, che oggi esorta “ad agire per garantire una buona qualità dell’aria e salvaguardare la salute pubblica” entro i prossimi due mesi, pena il deferimento alla Corte di Giustizia. Bruxelles ha avviato la seconda fase della procedura di infrazione partita nel 2014 perché l’Italia, così come Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, infatti, non ha “affrontato le ripetute violazioni dei limiti di inquinamento dell’aria per il biossido di azoto (NO2) che costituisce un grave rischio per la salute“, si legge nella nota di Bruxelles.

L’ultimatum non è inaspettato, considerando che la settimana scorsa l’Italia aveva ricevuto un report molto severo sulle politiche ambientali. Secondo la Commissione, nella Penisola ci sono state persistenti violazioni dei valori limite per l’NO2 in 12 zone di qualità dell’aria. Tra queste Roma, Milano e Torino e l’area padana. Per la Commissione Europea, quindi, “è necessario compiere maggiori sforzi a livello nazionale, regionale e locale per adempiere agli obblighi della normativa Ue e tutelare la salute pubblica”.

Bruxelles ricorda che ogni anno più di 400mila cittadini della Ue muoiono prematuramente a causa della scarsa qualità dell’aria. Nel 2013 il persistere di elevati livelli di NO2 ha causato quasi 70.000 morti premature in Europa, ovvero circa tre volte il numero dei decessi causati da incidenti stradali nello stesso anno. Numeri allarmanti, senza dimentica i milioni di persone che soffrono di malattie cardiovascolari e respiratorie dovute all’inquinamento atmosferico.

La legislazione dell’Ue sulla qualità dell’aria, risalente al 2008, stabilisce valori limite per gli inquinanti atmosferici, tra cui l’NO2. In caso di superamento dei limiti, gli Stati membri sono tenuti ad adottare e attuare piani ad hoc nel più breve tempo possibile. Le emissioni  di NO2 sono dovute in larga parte al traffico stradale e in special modo ai motori diesel, responsabili per l’80% di queste emissioni.

Nel frattempo fonti di Bruxelles hanno anche fatto sapere che se non ci saranno interventi urgenti da parte del governo l’Italia rischia di cominciare a pagare tra qualche mese una multa da circa 180 milioni l’anno per il mancato rispetto delle norme Ue sulle acque reflue in base alla decisione che la Corte di giustizia deve prendere dopo la richiesta avanzata dalla Commissione Ue. Questa nuova sanzione potrebbe far salire il conto totale delle multe all’Italia per infrazioni a quasi mezzo miliardo.

Articolo Precedente

Stadio di Roma, il M5S alla prova dei fatti e della coerenza

next
Articolo Successivo

Discarica Bussi, la corte d’Appello: “Ci fu avvelenamento colposo della acque”. Dieci condanne: 2 e 3 anni per disastro

next