Un mazzo di rose rosse e bianche. La foto che lo ritrae sorridente. Nel Duomo cittadino, gremito di gente e di rappresentanti della politica, Fermo dà l’ultimo saluto a Emmanuel Chidi Nnamdi, il profugo nigeriano ucciso per aver reagito alle offese razziste di Amedeo Mancini, l’ultrà che dopo aver insultato la sua compagna definendola “scimmia africana” gli ha sferrato un pugno provocandone la caduta che gli è stata fatale (leggi). Una morte che secondo Cécile Kyenge, presente alle esequie, nasce dal razzismo alimentato da chi cavalca “il malessere sociale del Paese per lucrarne elettoralmente con discorsi d’odio razziale“, ha scritto l’ex ministra ed europarlamentare in una lettera che consegnerà a Chinyery, moglie di Emmanuel, che si è sentita male ed è svenuta durante il funerale. Matteo Salvini non si lascia sfuggire l’occasione per innescare la polemica: “Ai funerali del ragazzo nigeriano c’erano Boldrini, Boschi e tanti politici – scrive su Twitter il segretario della Lega Nord – gli altri morti dimenticati, magari italiani, valgono meno?”.

Don Albanesi: “Anche aggressore è una vittima”
La bara con la salma del 36enne è stata trasportata dalla camera mortuaria al Duomo della città, dove la cerimonia funebre è iniziata alle 18. Ad accompagnare il feretro anche don Vinicio Albanesi, il sacerdote che aveva accolto nella sua comunità presso il Seminario Arcivescovile Emmanuel e la sua compagna, richiedenti asilo arrivati in Italia dopo essere fuggiti dalle violenze dei terroristi legati all’Isis di Boko Haram (leggi). Appena arrivato in chiesa, don Albanesi ha espresso parole di pietà anche per il 39enne Mancini, fermato per omicidio preterintenzionale con l’aggravante di odio razziale (leggi) (l’udienza di convalida si terrà domani presso il Tribunale di Fermo). Anche lui – ha detto il sacerdote – “è una vittima e se qualcuno lo avesse aiutato a controllare la sua istintività, la sua aggressività avrebbe fatto bene”. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se intendesse perdonare Mancini, don Albanesi ha risposto che “noi perdoniamo tutti, noi accogliamo tutti”. Don Albanesi si costituirà parte civile e dall’altare ha voluto sottolineare che “Emmanuel è stato ucciso perché ha voluto salvare la sua dignità”.  Anche papa Francesco durante l’Angelus ha rivolto un pensiero a Emmanuel: “Il mio prossimo è anche il migrante che ha fede e nazionalità diverse e che vogliono cacciare” (leggi).

Monsignor Conti: “Siamo noi i veri disperati”
Durante l’omelia l’arcivescovo Luigi Conti, che ha celebrato la messa assieme a don Albanesi, ha detto che “bisogna alimentare la speranza di chi tra mille peripezie arriva tra noi. E mi dà fastidio quando sento i media definirli ‘disperati‘, ma dove? Ma quando? Loro disperati? Semmai noi lo siamo, con la nostra vita spesso inutile e insensata”. “Se loro sono qui – ha aggiunto – è perché davvero” i migranti “nutrono la speranza e noi rischiamo di ucciderla questa speranza, ma invece è la divisione che uccide”. Poi ha respinto l’accusa di chi in questi giorni ha indicato Fermo come una città razzista: “Da oltre due anni questa città si è dimostrata ospitale, ma veramente ospitale. Lo riconoscono i nostri fratelli scappati dalle guerre, dalla fame, dalla persecuzione religiosa. Anche il nostro fratello Emmanuel e la sua promessa sposa lo hanno riconosciuto. Noi fermani siamo ospitali”.

Presenti Boldrini e Boschi
Anche il governo e la politica hanno voluto dare un segnale forte contro il razzismo. In prima fila nella navata centrale si sono seduti il presidente della Camera, Laura Boldrini, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi e il vice presidente del Parlamento europeo David Sassoli. In chiesa sono molti esponenti del’associazionismo ma anche tanta gente comune e molti anziani. Tanti anche i rappresentanti della comunità nigeriana che hanno indossato vestiti rossi e neri e fasce rosse sulla fronte in segno di lutto.

Canti e balli intorno alla bara di Emmanuel
Sull’altare, quando la messa funebre è terminata, don Vinicio Albanesi ha fatto salire i compagni di Emmanuel che, chi in francese, chi in inglese, chi in italiano hanno letto passi della Bibbia. “E’ Iddio che ci ha creato con colori diversi e noi abbiamo già sofferto e espiato le nostre pene”, ha detto in chiesa, durante i funerali, un amico del 36enne. “La sua morte ci fa molto male – ha proseguito – ma questa è la volontà di Dio”. Poi ha concluso dicendo: “Se Iddio ha voluto che lui morisse dopo 7 mesi qui in Italia, noi lo accettiamo, perché, appunto era la volontà di Nostro Signore”. Dopo aver letto la Bibbia gli amici si sono stretti intorno alla bara, poggiata a terra, su un tappeto e hanno intonato alcuni canti.

Presidente della Camera: “Comunità non sarà lasciata sola”
Appena arrivata in città Laura Boldrini ha commentato: “E’ da rimandare al mittente l’accusa che Fermo sia una città razzista. Siamo qui per dire no al razzismo, è necessario “non lasciare sole le comunità”. “Dire scimmia africana a una donna non può essere derubricata come battuta. E’ una frase da rinviare al mittente”, ha voluto rimarcare la Boldrini. La stessa offesa venne usata il 13 luglio 2013 durante un comizio dall’allora presidente del Senato Roberto Calderoli (leggi) nei confronti della Kyenge. Un episodio a cui ha fatto riferimento nei giorni scorsi anche il legale di Mancini, Francesco De Minicis. “Scimmia è una parola che viene detta in giro anche da onorevoli e i ragazzi pensano si possa dire e invece non si deve dire. Certamente se questi signori politici usassero un linguaggio più contenuto persone che non hanno livelli culturali elevati non si sentirebbero liberi di dirlo”, ha detto l’avvocato intervistato a la Zanzara, su Radio24 (leggi). Prima del legale, la scrittrice Michela Murgia aveva scritto su Facebook che “i cattivi maestri del fascista e razzista che ha ucciso Emmanuel Chidi Namdi e picchiato sua moglie Chinyery siedono in Senato” (leggi).

Kyenge: “Alcuni politici usano razzismo per ottenere voti”
Proprio da Cécile Kyenge è arrivato l’attacco più duro contro quei politici che alimentano le paure per tornaconti elettorali. Le sue parole sono scritte su una lettera che l’ex ministra ha voluto consegnare alla vedova. “L’Italia e gli italiani non sono razzisti e lo dimostra il grande abbraccio che questo Paese ti ha dato, chiamando ciò che vi è accaduto ed è accaduto ad Emmanuel con il proprio nome: un’aggressione di matrice razziale. L’Italia non è un Paese razzista, ma c’è purtroppo chi sta provando irresponsabilmente ad avvelenare i pozzi del futuro, cavalcando il malessere sociale del Paese, che ha altre cause, per lucrarne elettoralmente con discorsi d’odio razziale verso immigrati e rifugiati, indicati come capro espiatorio dei mali del Paese”. “La morte di una persona, specie se avviene in circostanze come queste, ci deve far riflettere sulle responsabilità politiche, quelle delle persone e anche quelle individuali”, ha detto l’europarlamentare prima dell’inizio del funerale.

“Era venuto per vivere in pace, ha trovato la morte
“Era venuto per vivere in pace, ha trovato la morte. Che dal cielo ci liberi dalle cattiverie umane”. Questa la scritta sul manifesto funebre di Emmanuel Chidi Nnamdi, che affisso in mattinata all’ingresso della camera mortuaria, prima che la salma venisse trasferita nel Duomo. “Lo ricordano con infinito amore – si legge ancora – la moglie Chinyere, gli amici del seminario, la Fondazione Caritas in veritate, le Piccole Sorelle Jesu Caritas, la comunità di Capodarco e quanti gli hanno voluto bene”. Sulla bara di legno chiaro, oltre una foto sorridente di Emmanuel, molti i fiori portati dalle tante persone che questa mattina sono venute a visitare la camera mortuaria. Fermo sarà in lutto cittadino il 12 luglio, giorno in cui è prevista una manifestazione in memoria di Emmanuel.

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