“Chi non sta con i lavoratori sta con i camorristi. Renzi scelga da che parte stare”. Così il segretario nazionale della Fim-Cisl Marco Bentivogli, durante il comizio a Caserta al termine del corteo contro la “desertificazione industriale” della provincia e il piano di esuberi annunciato da Whirlpool, ha chiamato in causa il presidente del Consiglio. “È a Salerno per la campagna elettorale, dico che un salto a portare il sostegno ai lavoratori di Caserta sarebbe un bel gesto. Bisogna scegliere da che parte stare”. Immediata la risposta del leader del Pd, che lo scorso anno aveva accolto la notizia dell’acquisizione degli stabilimenti Indesit da parte del gruppo statunitense definendo l’operazione “fantastica“: “La camorra si combatte corpo a corpo creando occupazione sui territori”. E questo “non è solo il tema di un’azienda. Se arriva la desertificazione industriale di un territorio, lo Stato si arrende”, ha detto incontrando, sempre a Salerno, una delegazione di lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Carinaro (Caserta), di cui il piano industriale dell’azienda prevede la chiusura. Anche Anna Rea, segretario della Uil Campania, ha attaccato il premier: “Renzi i problemi li deve risolvere e non può affermare che Carinaro era già spacciata, perché altrimenti dovremmo pensare che sapeva già tutto quando la Whirlpool acquisì gli stabilimenti Indesit”.

Lo scorso aprile l’azienda statunitense ha annunciato 1.350 esuberi. Decisione su cui, dopo un mese di trattative al ministero dello Sviluppo economico, non ha fatto marcia indietro. Anzi: l’ultima versione del piano, come emerso il 20 maggio, prevede 2.060 licenziamenti, 710 in più rispetto al progetto originario: agli operai si sono aggiunti 480 colletti bianchi più 150 addetti alla ricerca e sviluppo. Durante la mobilitazione di venerdì, indetta per contestare gli annunciati licenziamenti e le chiusure di stabilimenti a Carinaro, None e Albacina, i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato per il prossimo 12 giugno uno sciopero generale di otto ore di tutto il gruppo e una manifestazione di tutte le lavoratrici e lavoratori a Varese. Alla manifestazione di venerdì hanno partecipato i lavoratori degli stabilimenti casertano e napoletano, con bandiere sindacali e croci con su scritte le date di assunzione e quella del 16 aprile, giorno in cui è iniziata la vertenza con l’annuncio da parte della multinazionale americana della chiusura di Carinaro (Caserta) e del centro di ricerca di None (Torino). Al corteo erano presenti anche i dipendenti di fabbriche di altre province – la Fca e la Avio di Pomigliano, la Alenia di Capodichino, la Jabil, la Firema – e gli ex addetti di aziende ormai chiuse come la Morteo di Sessa Aurunca, l‘Ixfin e la Finmek.

Sulla vertenza Whirlpool è intervenuto, a margine di un’iniziativa elettorale, anche il ministro del Lavoro. Secondo Giuliano Poletti “la posizione deve essere questa: tu, Whirlpool, devi rimetterti in tasca quel piano, dichiarare la disponibilità a trattare e io vengo anche questa notte stessa”. Poletti ha poi ribadito che “il punto di partenza è l’accordo siglato a suo tempo con la Indesit da impresa, istituzioni, governo. Chi ha comprato Indesit sapeva che c’era quell’accordo. Whirlpool può dire ho un’idea di piano, ve la presento, ho questo o quel problema, ma non può ‘sbaraccare’ stabilimenti e lavoratori”. Secondo il ministro la multinazionale americana deve dichiarare “la propria disponibilità a modificare il piano industriale. Ci deve essere una posizione forte del governo nei confronti dell’impresa”.

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