Ancora la tuta arancione, l’ostaggio inginocchiato ai piedi del boia, il coltello puntato ora sulla vittima ora verso la telecamera. In direzione dell’Occidente. Lo Stato Islamico ha ucciso anche il secondo ostaggio giapponese, il giornalista Kenji Goto Jogo. Lo dimostrerebbe un video diffuso dagli jihadisti su internet.  Il filmato è stato prodotto da al-Furqan Media Foundation, la casa di produzione vicina all’Isis, e la sua autenticità è ora al vaglio delle autorità di Tokyo e di Washington. “Non cederemo al terrorismo”, ha fatto sapere il premier nipponico, Shinzo Abe.

Nel video, della durata di 1 minuto e 7 secondi, intitolato “Un messaggio al governo del Giappone”, Goto indossa la stessa tuta arancione dei precedenti ostaggi dello Stato islamico, ed è inginocchiato su un sentiero o il letto di un ruscello tra le colline. A fianco a lui, in piedi e vestito di nero, ancora una volta John il jihadista, il boia di presunta nazionalità britannica, che, coltello in mano, lancia in perfetto inglese i suoi folli proclami al governo giapponese: “Voi, insieme ai vostri stupidi alleati, non avete capito che siamo assetati del vostro sangue“. “Abe – afferma John rivolgendosi al primo ministro giapponese secondo la trascrizione fornita dal Site – data la tua spericolata decisione di partecipare a una guerra che non potete vincere, questo coltello non solo sgozzerà Kenji, ma continuerà la sua opera e causerà carneficine ovunque la vostra gente si troverà. L’incubo per il Giappone è incominciato“, minaccia il miliziano sempre vestito di nero e a volto coperto protagonista dei video degli ostaggi finiti nella mani dello Stato Islamico, a partire dal reporter statunitense James Foley, il primo ostaggio occidentale ad essere decapitato il 19 agosto 2014.

Il filmato non contiene alcun accenno al pilota giordano Muath al Kaseasbeh, catturato dall’Isis lo scorso 24 dicembre, la cui sorte si era negli ultimi giorni intrecciata a quella del giornalista giapponese con diversi ultimatum che si sono susseguiti nel tempo. Sabato il governo di Tokyo aveva ammesso che la situazione era in fase di “stallo”.

Il 47enne Goto, giornalista con una lunga esperienza in territori di guerra, era stato mostrato per la prima volta il 19 gennaio in un video dell’Isis insieme a un altro ostaggio giapponese, il contractor militare Haruna Yukawa, poi ucciso. Per la loro liberazione i jihadisti chiedevano al Giappone il pagamento di un riscatto di 200 milioni di dollari. Ma dopo aver annunciato di aver ucciso Yukawa per bocca dello stesso Kenji Goto lo scorso 24 gennaio, i miliziani dell’Isis hanno cambiato le loro condizioni, chiedendo il rilascio della terrorista irachena Sajida Rishawi, in carcere in Giordania, e inserendo nella partita anche il pilota giordano. Amman aveva dato la propria disponibilità allo scambio di prigionieri, chiedendo però “prove dell’esistenza in vita” del suo giovane tenente.

In un messaggio audio apparentemente letto da Goto, due giorni fa, veniva dato tempo alle autorità giordane fino al tramonto di giovedì per consegnare Rishawi al confine tra Turchia e Siria, minacciando in caso contrario di uccidere “immediatamente” Kaseasbeh. Oggi su Twitter circolavano notizie non confermate che anche lui fosse stato decapitato. Ma dall’Isis, sul pilota, ancora silenzio.

“Non cederemo al terrorismo”, ha dichiarato il premier nipponico Shinzo Abe condannando con forza l’uccisione e auspicando “cooperazione con la comunità internazionale” perché i terroristi paghino un prezzo per le loro azioni. Abe ha promesso che Tokyo aumenterà gli aiuti umanitariper il Medioriente, come cibo, medicine e rifornimenti di altro tipo. Il Giappone lavorerà con la comunità internazionale per portare i resposabili di questo crimine davanti alla giustizia. Il Giappone non si arrenderà mai al terrorismo”.

“Con i suoi reportage, Goto ha cercato con coraggio di far sapere al mondo le condizioni dei siriani. I nostri pensieri sono per la famiglia di Goto e per i suoi casi e oggi siamo solidali con Abe e i giapponesi nel denunciare questo atto barbaro”, ha dichiarato Barack Obama sottolineando “l’impegno del Giappone per la pace in Medio Oriente”.

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